“Una lettera ad un amico in Giappone”: così si intitola l’iniziativa della Croazia rivolta ai giovanissimi. Hrvatska pošta ha invitato bambini e ragazzi a contattare i coetanei asiatici attraverso messaggi, disegni e poesie, così da mostrare solidarietà e conforto. Tenendo presente che, ancora adesso, vergare una comunicazione in Estremo Oriente ha rituali e significati precisi, ormai sconosciuti da noi. I contributi epistolari vanno indirizzati, entro il 17 aprile, a “Letter to a friend in Japan”, casella postale 300, 10001 Zagabria. Serviranno, inoltre, a raccogliere risorse, così da partecipare agli aiuti economici: la tariffa per invii fino ai cinquanta grammi nel Paese balcanico ammonta a 3,10 corone e l’operatore ne donerà 2,50 alla Croce rossa. La differenza sarà impiegata per spedire le comunicazioni, anche queste dirette all’organizzazione umanitaria.
Ora la priorità è gestire l’inquinamento radioattivo, a cominciare dalla zona evacuata attorno alla centrale di Fukushima. Mentre la Corea del Sud ha protestato per lo sversamento nell’oceano del liquido contaminato, Formosa prosegue nei controlli sulla radioattività. Il locale Atomic energy council ha spiegato a “Vaccari news” che vengono monitorate persone, derrate alimentari e merci in arrivo dal Giappone e il traffico postale è verificato direttamente da Chunghwa post.
Nel frattempo, Japan post prosegue la gestione in emergenza del recapito, concentrandolo in strutture predefinite (consigliato telefonare prima di presentarsi, così da agevolare le operazioni). Dal 10 aprile, però, il sistema cambierà: la corrispondenza diretta ad abitanti che nel frattempo non si sono registrati verrà restituita al mittente. Fermo restando che chi vuole ritirare in una specifica struttura quanto a lui destinato potrà farlo presentando una richiesta formale. Secondo gli ultimi dati, sono quasi 28mila i morti e i dispersi, mentre gli sfollati superano quota 177mila.
Notizie pure da Poste italiane: viene confermato che l’attività di consegna sul posto è ripresa dal 14 marzo. Il recapito era stato interrotto solo da e per le zone più colpite, non nelle altre, Tokyo compresa.
Intanto -il comunicato è di pochi minuti fa- la terra ha ripreso a tremare violentemente. E si è temuto un altro tsunami.