Ad oltre un anno dal blocco delle agevolazioni tariffarie per gli editori (scelta che ha causato un forte calo negli invii, come Poste italiane ha ribadito più volte nell’ambito della propria relazione di bilancio), il problema non è ancora stato risolto. Almeno per quel che riguarda il settore, vastissimo, del volontariato.
Ed ora l’Unione stampa periodica italiana lavora su una interpellanza parlamentare.
Già poche settimane fa l’Uspi aveva proposto “alcuni possibili suggerimenti per risolvere il problema, che sta mettendo a durissima prova tutto il settore, delle tariffe di spedizione postale per gli editori no-profit, ancorate tuttora alla «tariffa piena» (0,2830 euro), di gran lunga più onerosa della tariffa applicata all’editoria commerciale e ai grandi gruppi editoriali”.
Soluzioni che prevedono il ripristino del fondo da trenta milioni di euro per il 2011 o una interpretazione normativa che almeno consenta ai sodalizi senza fini di lucro di avvalersi del medesimo listino degli editori presenti sul mercato. Oppure, ecco una terza ipotesi, il sostegno del Governo e del Dipartimento per l’informazione e l’editoria per istituire un tavolo di confronto con Poste. Tutti suggerimenti -è la sottolineatura- “che nessuno ha ancora accolto, né da parte dei politici né da parte delle Istituzioni e della Pubblica amministrazione”.
Da qui la volontà di coinvolgere le Camere, “proponendo alle forze parlamentari un’interpellanza che riaccenda i riflettori della politica sul problema delle tariffe postali no-profit e che richiami al proprio dovere il Governo, le Istituzioni e la Pubblica amministrazione”.
Intanto Poste ha varato un’offerta nuova, chiamata posta target day, che però non risolve la situazione. “È solo un passo -è il commento che «Vaccari news» ha raccolto dall’Unione- per di più provvisorio, verso la soluzione del problema”. Non è la soluzione, “tanto più che riguarda quei no-profit che hanno molte copie da spedire. Restano quindi in piedi l’ipotesi di interpellanza parlamentare e tutti gli atti e gli sforzi dell’Uspi per trovare una soluzione”.