Anche Berna alle prese con le celebrazioni patriottiche. Compie mezzo secolo l’inno nazionale, il “Salmo svizzero”. In realtà risale al 1841, ma la strada per raggiungere la meta si presentò lunga. A scriverlo fu l’editore musicale, giornalista e compositore Leonhard Widmer (1809-1867), che per la parte in note coinvolse il sacerdote e musicista Alberik Zwyssig (1808-1854). Solo nel 1961 venne adottato: prima si impiegava il “Ci chiami o patria”, interpretato sulla melodia del tradizionalissimo, oltre la Manica, “God save the king”. Non era però la soluzione ottimale: nel corso del XX secolo, quando si intensificarono i contatti internazionali, l’esecuzione di due inni praticamente identici portò talvolta a situazioni imbarazzanti. Da qui la scelta di adottare perlomeno provvisoriamente il lavoro realizzato dai connazionali, decisione diventata definitiva nel 1981. Il prossimo 5 maggio l’inno sarà protagonista di ben quattro francobolli da 25 centesimi raccolti in una confezione unica. Per non appesantire l’insieme, le immagini sono fotografiche, ma si può scoprire il testo sottoponendo le cartevalori ad una fonte di luce a raggi ultravioletti. Ogni esemplare offre la prima strofa, proposta in una delle lingue ufficiali. Si comincia con il dentello dalle scritte in tedesco, che cela l’apertura nell’idioma di Goethe, e si prosegue -nei successivi- per le versioni in francese, in italiano e in romancio.
L’inno ai raggi ultravioletti
02 Mag 2011 01:24 - FROM ABROAD
I quattro francobolli svizzeri, attesi per il 5 maggio, nascondono la prima strofa del canto creato nel 1841