Alla fine (e per quello che risulta), il primo Paese ad annunciare che avrebbe postalmente soccorso il Giappone dopo il disastro dell’11 marzo è stato il… Giappone. Cinque i francobolli con fiori ed uccelli stilizzati pronti ad uscire il 21 giugno, raccolti in minifogli da due serie. Ogni esemplare vale 80 yen e comporta una sovrattassa di altri 20, così da aiutare quanti sono scampati ai disastri causati da terremoto, tsunami e incidenti atomici. Come annunciato, dal 17 aprile Japan post sta respingendo al mittente gli invii i cui indirizzi porterebbero in zone vietate o sconsigliate e i relativi destinatari non hanno comunicato recapiti alternativi o la volontà di venire a ritirare gli oggetti personalmente nelle strutture dedicate. È sempre possibile -viene aggiunto- inserirsi nelle liste o aggiornarle nel caso ci si sposti un’altra volta. Per alcune categorie di invii ora il ritardo nel recapito si riduce ad un paio di giorni, a causa dei danni subiti dalle strutture dell’operatore. Le consegne restano impossibili o difficili soltanto in certe zone della prefettura di Miyagi e in quelle evacuate intorno all’impianto nucleare di Fukushima. Tokyo, inoltre, tranquillizza sui timori per le spedizioni postali di cibo (le informazioni in materia sono diffuse dal ministero ad Agricoltura, foreste e pesca), e questo nonostante alcuni Paesi -in particolare la Cina Popolare- ne abbiano respinte, soprattutto se contenenti latte in polvere. Tali blocchi -è la precisazione- sono dovuti non ai tassi di radioattività riscontrati ma ai criteri che alcuni Stati d’importazione hanno reso più restrittivi.
Il Giappone chiede contributi
03 Mag 2011 07:16 - FROM ABROAD
Cinque i francobolli da 80 yen e gravati da altri 20 come sovrattassa per aiutare gli scampati al disastro dell’11 marzo. Usciranno il 21 giugno