Torino, cinquant’anni fa, si fece bella per accogliere le manifestazioni dedicate all’Unità d’Italia. Ed anche la rete postale si adeguò. A cominciare dai diciannove uffici, in città e provincia, che cambiarono sede e quindi arredi. Altri, invece, vennero rinnovati negli interni e nelle apparecchiature, con un investimento pari a 46 milioni, di allora.
Perché -scrisse a bocce ferme la rivista “Poste e telecomunicazioni” nel numero del novembre-dicembre successivo- occorreva “far fronte, integrando adeguatamente i servizi d’istituto colà esistenti, alle maggiori esigenze dell’utenza”.
Bisognava, inoltre, aggiungere strutture provvisorie, ossia gli uffici postali e i posti telefonici pubblici istituti a carattere temporaneo, utilizzando gli ambienti messi a disposizione dalla gestione “Mostre Italia ‘61”. Erano sportelli avanzati, che facevano capo direttamente o meno agli uffici principali urbani (Sezioni riunite, Vaglia e risparmi, Telegrafo centrale). All’interno del comprensorio celebrativo, in corso Unità d’Italia, funzionarono l’ufficio postale e telegrafico (era l’ufficio “Italia ‘61”, il più importante con sette sportelli) ed il posto telefonico pubblico attiguo (dodici cabine, due per le chiamate dirette verso Genova e Roma, le altre per il traffico locale e internazionale; tre apparecchi utilizzavano un sistema di prepagamento).
Vanno aggiunti, poi, gli impianti collocati al palazzo Esposizione internazionale del lavoro (sportello postale, telegrafico abilitato anche per le telefoto e i telex, posto telefonico pubblico da otto cabine), a palazzo Carignano (in piazza Carlo Alberto, ufficio postale per la mostra storica e posto telefonico da cinque cabine), al villaggio Italia (alle Vallette, dove vennero installate sei cassette per l’impostazione).
In più le presenze richieste da enti e comitati e dalla durata più breve, presso il padiglione Onu dello stesso palazzo Eil (sportello postale), il padiglione Torino esposizioni (al parco del Valentino, per la mostra internazionale di fiori e piante “Flor ‘61”), il palazzo dello Sport (al parco Ruffini, per i Campionati mondiali di scherma, la IV Mostra internazionale arti sanitarie e la V Mostra medici filatelisti), lo Sporting club (in corso Agnelli 25, per i Campionati internazionali di tennis), la Camera di commercio industria agricoltura (in via Alfieri, per il Congresso nazionale seniores dei giovani esploratori italiani), la Cassa di risparmio (in via XX Settembre, per la mostra filatelica del Risorgimento), palazzo Madama (in piazza Castello, per il Raduno nazionale delle forze della Resistenza) e per i Campionati europei di hockey su pista.
Tutto ciò per un ulteriore costo equivalente a 6,4 milioni; di questi, 5,8 servirono per il personale, il resto per partecipare alle opere di sistemazione degli ambienti. E la cifra non comprende gli oneri per le prestazioni commissionate da terzi.
Tra le curiosità offerte -lo ricorda nel settembre dello stesso anno “Rassegna postelegrafonica”- il padiglione italiano delle telecomunicazioni ospitato a palazzo Eil offriva “due apparecchiature sperimentali per telescrittura che permettono di riprodurre la grafia di qualunque persona fino a dieci chilometri di distanza”…