La dinamica polemica tra Poste italiane e Federfarma si è replicata. Se a gennaio l’oggetto di discussione era l’accordo per la consegna dei medicinali sottoscritto tra la società diretta da Massimo Sarmi e Farmindustria, ora il contenzioso si concentra sull’accordo tra lo stesso operatore e la Regione Veneto. Perché, ancora una volta, l’esito è oltrepassare i negozianti, sia per la prenotazione delle visite specialistiche, sia per l’invio tramite portalettere dei medicinali.
La richiesta è un incontro con il governatore Luca Zaia, pena il blocco di tutti i servizi da centro unico di prenotazione (Cup) già attivi da anni in alcune zone. “Non vorremmo farlo -dice il presidente di Federfarma Veneto, Marco Bacchini- perché non è giusto che sia il cittadino più debole a fare le spese di una politica poco lungimirante, ma stanti così le cose il futuro del servizio Cup in farmacia ha poche possibilità di continuare ed ampliarsi, come in realtà vuole la legge nazionale 69/2009”. Le farmacie “non sono state nemmeno interpellate dalla Regione Veneto per sapere come avrebbero organizzato il delicato compito”. Ricordando poi che “la nostra categoria non ha avuto alcuna risposta da palazzo Balbi (sede del Presidenza regionale, ndr) quando, nel gennaio scorso, esprimemmo le nostre perplessità in merito a concetti evidentemente irrilevanti per i nostri politici quali assenza di professionalità specifica, privacy, rapporto fiduciario con l’utente della farmacia, discrezione. Non riesco a capire quale sia il vantaggio per la cittadinanza visto, tra l’altro, l’orario ridotto degli uffici postali rispetto alle farmacie e la gestione della corrispondenza che proprio tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 ha raggiunto valori incredibili con ritardi di oltre due mesi nella consegna. Infine, ma non è certo l’argomento meno importante in questo periodo di crisi, se si parla dell’aspetto economico non capisco come questo accordo possa essere favorevole alla spesa pubblica, perché so per certo che il governatore Zaia non possa valutare quella di Poste italiane l’offerta più favorevole visto che non ha nemmeno voluto sapere quale sarebbe stata quella delle farmacie”.
L’operatore postale prosegue nel proprio intento di aggiungere attività al portafoglio; nei giorni scorsi, agenzie specializzate hanno rivelato che il gruppo avrebbe richiesto all’Amministrazione autonoma dei monopoli di stato di diventare concessionario per i giochi d’azzardo on-line. Aggiungendoli, se l’aspettativa andrà in porto, alla vendita dei “Gratta e vinci”.