È sempre… pericoloso rifare un francobollo già prodotto, anche se si utilizzano i sofisticati impianti moderni. Perché i filatelisti riescono a individuare le differenze e ad etichettarle.
L’ultimo esempio è accaduto con il francobollo per il Tricolore, emesso dall’Italia il 7 gennaio. Il 21 dicembre, insieme alle immagini della serie e agli altri dati tecnici, veniva annunciato che la stampa dell’esemplare sarebbe stata di quattro milioni e duecentomila pezzi, un quantitativo per gli standard attuali di tutto rispetto. Ma strada facendo -e forse in virtù delle attenzioni dimostrate dal pubblico per le manifestazioni del centocinquantenario- è stata decisa una politica diversa: distribuire questo a tappeto (per giunta è autoadesivo) e diminuire gli ordini per gli altri commemorativi. In sostanza, al 60 centesimi sono stati aggiunti ulteriori dodici milioni e seicentomila esemplari, notizia che “Vaccari news” ha dato il 4 marzo.
“Nel corso della visita che abbiamo effettuato il successivo giorno 31 agli impianti del Poligrafico sulla via Salaria -spiega alla testata il presidente dell’Associazione italiana filatelia specializzata, Marcello Manelli- tale nuova tiratura era in lavorazione. Ci era sembrato che il colore verde avesse una sfumatura più scura rispetto alla prima versione, in realtà così non è: accanto a francobolli dai colori più forti, altri risultano simili alla precedente”.
“In base a quanto abbiamo potuto rilevare finora, poche sono le caratteristiche che permettono con sicurezza di separare la prima e la seconda produzione, a meno che il francobollo non abbia il bordo con il codice. In questo caso, nella prima il numeratore alfanumerico mostra le lettere «HA» seguite da nove cifre, mentre nella successiva le lettere sono «IA», sempre accompagnate da nove numeri. Meno incisivo è il confronto con la lampada ad ultravioletti: il verso della prima tiratura appare più luminoso, mentre quello della seconda tende ad essere opaco. Infine, nella seconda abbiamo scoperto un difetto al fustellatore, riscontrabile nella mancanza di uno dei «dentini» sul lato verticale destro del quattordicesimo esemplare, quello quasi adiacente al codice a barre”.