Il 14 luglio 1941 partì dalla stazione di Verona la prima tradotta del Corpo di spedizione italiano in Russia, inizialmente formato da 68mila uomini. Molti altri seguirono, e in tanti non tornarono.
A ricordarlo, la mostra “Quando i soldati italiani scrivevano sull’azzurro - Lettere dal fronte orientale”, voluta dal Circolo filatelico numismatico tiranese e organizzata in due tappe. La prima sarà visitabile dal 6 luglio al 9 agosto al passo dello Stelvio (Sondrio) presso l’agenzia della Banca popolare di Sondrio - Museo Donegani, aperta tra le ore 9 e le 12 tutti i giorni tranne la domenica. Poi, dal 10 al 29 agosto, verrà riproposta a Bormio in via Roma presso l’agenzia n°1 della stessa istituzione finanziaria (dal lunedì al venerdì 8.30-13 e 14.10-16, sabato 8.30-13).
Il servizio postale tra l’Italia e le truppe al fronte fu attribuito all’ufficio di concentramento di Bologna, il Pm 3.200, che aveva sezioni distaccate al Brennero, a Tarvisio, a Lubiana e come destinazione finale il 102. L’attività ebbe inizio il 16 luglio 1941. Dalla città emiliana le corrispondenze erano avviate per ferrovia alla sede di riferimento per il 102 e da questa, con automezzi, raggiungevano gli uffici dipendenti. Lo stesso percorso era adottato nel senso inverso.
Da tale imponente massa di soldati -spiega il curatore dell’allestimento, Edoardo Mezzera- “vennero mandati in Italia milioni di missive, lettere in cui gli uomini descrissero, con grafia incerta o stile forbito, la «loro» guerra. La Storia è fatta di tanti frammenti, grandi e piccoli. Per fare i libri quasi sempre si usano i frammenti grandi, che sono stati vissuti da pochi, e si dimentica la miriade di frammenti piccoli vissuti da tanti. In questa mostra ne ho raccolti alcuni”.
Per l’occasione è stata riedita, integrata con un ulteriore capitolo, la pubblicazione “Quando i soldati italiani scrivevano sull’azzurro - Lettere dai fronti della Seconda guerra mondiale” (56 pagine in bianco e nero, 8,00 euro più spese postali, informazioni a edomezzera@alice.it). Propone brani tratti dalle corrispondenze dell’epoca.