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editor Fabio Bonacina

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Appartengono all’ambasciatore Antonio Benedetto Spada; ieri la consegna formale. Il Museo della guerra diventa Museo D’Annunzio eroe

Il collezionista, Antonio Benedetto Spada
Il collezionista, Antonio Benedetto Spada

Settantaquattro voci, fra cui daghe, pugnali, gagliardetti e manoscritti. È il gruppo di reperti offerto al Museo D’Annunzio eroe, ospitato al Vittoriale degli italiani, e che proprio ieri, con la nuova integrazione, ha abbandonato il vecchio nome di Museo della guerra.

Le onorificenze e i cimeli storici appartengono all’ambasciatore Antonio Benedetto Spada, che da collezionista assiduo si è trasformato in esperto della materia. E, alla vigilia delle ottanta primavere, ha voluto depositarli alla struttura di Gardone Riviera (Brescia) in un prestito ventennale rinnovabile. “Mi piace pensare -ha detto- che i miei preziosissimi oggetti trovino la giusta collocazione”.

L’importanza documentaria -ha aggiunto il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri- “è strepitosa”, anche perché il complesso possiede decine di migliaia di oggetti scelti dal Vate per sé, ma pochissimi da lui offerti. Mentre quelli della raccolta Spada sono principalmente testimonianze donate a D’Annunzio o da lui stesso regalate ad amici e amanti.

Tra i materiali, naturalmente, non mancano le lettere. Come quella su carta intestata “Reggenza italiana del Carnaro - comando dell’Esercito italiano”, indirizzata dal poeta-soldato ai legionari bresciani l’1 luglio 1928, riguardante l’attacco rivolto contro uno di loro ed annunciante un’indagine; la missiva, caratterizzata dal motto “Io ho quel che ho donato”, spedita il 3 giugno 1928 all’artista bresciano Giovanni Fumagalli; lo scritto inviato il 29 agosto 1927 al presidente dell’Associazione dei bersaglieri.

Più inconsueto è l’originale del messaggio che lasciò nella baia di Buccari nella notte fra il 10 e l’11 febbraio 1918, controfirmato dallo stesso autore tre anni dopo per garantirne l’autenticità.

Tra gli oggetti prestati per vent'anni al Vittoriale, una lettera che D'Annunzio scrisse all'Associazione bersaglieri
Tra gli oggetti prestati per vent'anni al Vittoriale, una lettera che D'Annunzio scrisse all'Associazione bersaglieri



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