Chi è il mastrogiurato di Lanciano, protagonista del 60 centesimi che l’Italia, il 26 agosto, inserirà nella serie “Folclore”? La risposta è lasciata all’associazione culturale che nella cittadina in provincia di Chieti ne perpetua il ricordo.
Ad istituire la figura in molti centri -viene spiegato- fu nel 1304 re Carlo II d’Angiò; “era una carica elettiva destinata ad affiancare ed aiutare il sindaco nelle sue funzioni, assolvendo, fra l’altro ed in particolare, gli incarichi di sorveglianza dei mercati e degli approvvigionamenti cittadini, dell’apertura e chiusura delle porte e del traffico che entrava ed usciva”. A Lanciano il mandato assunse subito una particolare rilevanza, sia perché era sede delle famose fiere, luogo di convegno di migliaia di mercanti, sia perché era “città demaniale”, cioè non soggetta ad un barone (o signore) ma di proprietà diretta del re, che vi nominava un governatore. La figura, anche se svalutata nelle funzioni originarie e nel significato, rimase operativa fino all’avvento dei Napoleonidi sul trono di Napoli, quando nel 1806 fu sostituita dal cosiddetto secondo eletto.
Dal 1981 il sodalizio si è fatto promotore della rievocazione storica per il mastrogiurato; la ricorrenza “si è saldamente radicata nel cuore dei lancianesi e di tutto il numerosissimo pubblico”, il quale, dall’ultima domenica di agosto alla prima domenica di settembre, assiste alla cerimonia ed alle iniziative collaterali.
Tre decenni dopo la riscoperta giunge il francobollo, tirato in un milione e mezzo di pezzi e riguardante alcuni tra i momenti più rappresentativi della manifestazione. In alto a destra svetta la figura di un musico intento a suonare la chiarina, caratteristica tromba medievale. Il centro della vignetta offre in primo piano il rinnovo del giuramento di fedeltà, in secondo un gruppo di sbandieratori dai costumi d’epoca e, sullo sfondo, la facciata della basilica della Madonna del Ponte, il Duomo di Lanciano. Duomo peraltro che già campeggia nel turistico da 41 centesimi uscito il 5 aprile 2003. Sia il vecchio dentello che il nuovo sono firmati da Giustina Milite.