I numeri parlano da soli, e Poste italiane non li nasconde. Il primo semestre del 2011, quello che ha aperto completamente il mercato, ha visto un arretramento dei volumi riguardanti corrispondenza e filatelia, rispetto all’analogo periodo 2010, del 10,3%, equivalente a 308 milioni di invii in meno. Naturalmente, la discesa è anche nei ricavi, calati del 9,7% (in milioni di euro, da 2.121 a 1.916). La riduzione dei quantitativi, “in un contesto in cui perdura il clima di incertezza circa la completa ripresa dell’economia, è principalmente ascrivibile -specifica l’azienda nella semestrale- alla contrazione degli invii di posta indescritta (-7,2%, corrispondenti a 104 milioni di invii in meno) su cui ha inciso, oltre alle minori spedizioni elettorali (50 milioni in meno nel primo semestre del 2011 rispetto al primo semestre del 2010), la razionalizzazione delle spedizioni da parte dei clienti, la progressiva digitalizzazione degli invii” e la crescente presenza di operatori concorrenti. I ricavi da mercato, non comprensivi delle integrazioni tariffarie per l’editoria e per le campagne elettorali assicurate dallo Stato, ammontano a 1.893 milioni, 108 in meno rispetto al primo semestre 2010 (-5,4%). Un esito attribuibile essenzialmente ai risultati della posta indescritta (-46 milioni di euro equivalenti a una riduzione del 5,2% rispetto al primo semestre 2010) e dei servizi per l’editoria (-26 milioni, cioè - 25%). Positivamente è andata con le spedizioni ordinarie destinate all’estero, anche perché il tariffario è stato elevato il 30 dicembre scorso. Il calo riguarda persino i plichi descritti. Pur davanti alla crescita della “raccomandata1” (+2,9%, pari ad un aumento di circa 160mila oggetti) e degli atti giudiziari (+1,6%, valore equivalente a 183mila unità), è stata registrata una contrazione dei volumi del 7,1% e dei ricavi del 3,1%. Giù, inoltre, direct marketing (-8,5%, ossia 53 milioni di missive), anche a causa delle minori spedizioni elettorali per 14 milioni, determinando ricavi inferiori per 2 milioni (-1,3%). E giù il comparto della posta non indirizzata, che si riduce per 39,7 milioni di invii (-10,9%) a fronte di una contrazione dei ricavi per 2 milioni. Ma giù anche il settore editoria, nonostante la notevole revisione tariffaria, che naturalmente ha indotto un importante decremento di volumi e quindi di ricavi, rispettivamente del 24,8% (-96 milioni di invii) e del 25% (-26 milioni di euro). Di fatto, però, la riduzione “è ancora più elevata ove si consideri che nel primo semestre del 2011 non ci sono state compensazioni editoriali” (53 milioni di euro dal gennaio al giugno 2010). Ne consegue che la diminuzione complessiva dei ricavi per prestazioni editoriali (ricavi da mercato e compensazioni) ammonta al 50,3% (-79 milioni di euro). Quelli che vanno bene sono i servizi integrati per la notifica degli atti amministrativi e delle cartelle esattoriali, i quali hanno registrato un incremento dei ricavi, rispetto all’analogo periodo dell’anno passato, per 10 milioni di euro (+7,8%). E la vendita di cartevalori, quindi filatelia e non? I ricavi si attestano a 91 milioni, contro i 108 milioni precedenti.
Un altro semestre di calo, -10,3%
06 Ago 2011 00:41 - NEWS FROM ITALY
Quasi tutte le categorie di spedizioni registrano dati negativi. Dovuti principalmente a crisi e concorrenza