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editor Fabio Bonacina

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Così risponde il presidente della Commissione per lo studio e l’elaborazione delle cartevalori postali, Angelo di Stasi

Angelo di Stasi
Angelo di Stasi

I filatelisti hanno imparato a conoscerlo perché spesso interviene, in nome del ministero dello Sviluppo economico, alla presentazione dei francobolli o ad altri incontri significativi di settore; non è un caso se è stato fra i relatori alla cerimonia inaugurale, il 18 novembre scorso, di “Romafil”. Da quasi due anni presiede la Commissione per lo studio e l’elaborazione delle cartevalori postali e, in questo lasso di tempo, qualcosa è accaduto.

Secondo più di un osservatore, infatti, i francobolli degli ultimi tempi appaiono decisamente migliori rispetto al passato. Come spiega questa crescita? “Si tratta -precisa il diretto interessato, Angelo di Stasi, in questa intervista a «Vaccari news»- di un lavoro di squadra della Commissione. I colleghi sono attenti e preparati”.

Dal punto di vista tecnico, è stato notato il passaggio massiccio al supporto autoadesivo: tale decisione va considerata definitiva? “Più che una decisione -risponde- è una necessità che viene dal mercato postale. Negli anni si è registrato un aumento nella richiesta di francobolli autoadesivi delle serie ordinarie (prima la «Posta prioritaria», poi la «Posta italiana»), a discapito dei celebrativi, dei commemorativi e dei tematici, realizzati sul tradizionale supporto gommato. È stato naturale pensare di realizzare anche questi ultimi in versione autoadesiva per rilanciarne l’uso”.

Il 2011 si è rivelato un anno particolare, soprattutto per quel che concerne il filo conduttore, legato al centocinquantenario. Scelta che ha indotto a rimodulare le tirature. Come ci si orienterà, in futuro, per queste ultime? “Sì, effettivamente il 2011, legato alle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, è stato un anno particolarmente denso di emissioni, alcune delle quali frutto di un’intesa con l’unità tecnica di missione della Presidenza del Consiglio dei ministri. Un numero così elevato di francobolli ha comportato una diminuzione delle singole tirature, così da non immettere in circolazione un numero di esemplari eccessivo rispetto alle esigenze del mercato postale e filatelico. In futuro esamineremo, come sempre, le segnalazioni di Poste italiane in merito, valutandole alla luce del mercato e dell’interesse generale di garantire la massima circolazione di ciascuna emissione”.

Il presidente della Federazione fra le società filateliche italiane, Piero Macrelli, all’inaugurazione di “Romafil” ha lamentato alcuni problemi, tra i quali l’annoso sulla difficoltà nel trovare i commemorativi e l’impossibilità di utilizzare i francobolli per “raccomandata1” e corriere espresso. Cosa può fare sull’argomento la Commissione da lei presieduta? E il ministero? “La Commissione sfugge a tale problematica; pur tuttavia il ministero non ha mancato di fornire al concessionario, ossia a Poste italiane, indicazioni per assicurare la massima diffusione ed il massimo utilizzo dei francobolli sull’intera rete degli uffici postali. I prodotti esplicitamente richiamati dal presidente Macrelli, invece, non rientrano nel novero del servizio universale, tant’è che sono assoggettati ad iva. Per essi, pertanto, non appare sussistere l’obbligo di utilizzo anche dei francobolli”.

Siamo a dicembre, ed ancora non si sa nulla delle due emissioni, piuttosto impegnative, rimaste, entrambe riguardanti il centocinquantesimo. Come mai? Usciranno veramente o magari verranno annullate? “Posso dire che l’emissione dedicata ai luoghi della memoria non avrà luogo, mentre la seconda, dedicata ai progetti del centocinquantenario, uscirà regolarmente questo mese”.

Un’ultima domanda, professore, questa sugli interi. L’anno scorso è uscita la busta postale, ora il carnet di cartoline: davvero sono prodotti che oggi possono trovare un’utenza diversa da quella collezionistica? “L’orientamento -conclude Angelo di Stasi- è non interrompere l’emissione delle cartoline postali, anche se, in effetti, il loro uso appare prettamente filatelico. Discorso diverso, invece, per le buste postali che, se opportunamente veicolate, possono costituire un prodotto di corrispondenza di interesse anche per l’utenza in genere. In tale ottica, il prossimo anno abbiamo in previsione un paio di uscite di questa tipologia”.




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