Da dieci anni l’euro è nei portafogli dei consumatori, diventando la moneta di una comunità che, nel 2011 con l’Estonia, ha raggiunto diciassette Stati membri. Senza considerare quelli esterni, associati attraverso accordi specifici o che l’hanno adottato per scelta unilaterale.
Un giro di boa significativo, che però non sta registrando grande coinvolgimento a livello di operatori postali (e, a leggere le cronache, nemmeno a livello generale). Per quel che appare in questo momento, si sarebbe fatto di più tre anni fa, quando era stato celebrato il decennio del suo debutto virtuale, ossia contabile.
Quanto al 2012, per ora la sottolineatura è marcofila: oggi e domani la ricorrenza sarà celebrata in Germania (a Berlino e a Francoforte, dove si trova la Banca centrale europea), solo domani in Slovacchia (a Bratislava).
Poi, arriveranno i francobolli: per il 20 gennaio si sono prenotati i Paesi Bassi, il 13 marzo toccherà al Lussemburgo.
Cui potrebbe aggiungersi una citazione indiretta dell’Italia, visto che il 60 centesimi del 23 marzo si presterebbe. Ricorda, infatti, il centocinquantesimo del corso legale della lira. Corso legale cancellato improvvisamente il 6 dicembre 2011 con l’articolo n°26 del “decreto salva Italia”, confermato sostanzialmente identico nella legge di conversione. Il provvedimento stabilisce che “le banconote, i biglietti e le monete in lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata”, in luogo del previsto 28 febbraio 2012. Sull’argomento la Federcontribuenti ha annunciato un ricorso verso la Corte costituzionale e la Corte di giustizia europea.
A proposito di Europa, da oggi la Presidenza dell’Ue tocca alla Danimarca. Ma da Copenaghen non arriveranno cartevalori specifiche o annulli speciali.