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editor Fabio Bonacina

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Lo asserisce la Corte dei conti, commentando il bilancio presentato da Poste italiane e riferito al 2010

La Corte dei conti ed il bilancio 2010 di Poste
La Corte dei conti ed il bilancio 2010 di Poste

Poste italiane spa ha chiuso l’esercizio 2010 per il nono anno consecutivo con il bilancio in attivo, un utile di 729 milioni di euro ed un dividendo di 350, in lieve diminuzione rispetto al ciclo precedente. La quota di utile consegnata allo Stato azionista nel periodo 2005-2010 è stata pari a circa 1 miliardo e 591 milioni.

“È indubbiamente un trend che merita favorevole considerazione sotto vari profili”, spiegano dalla Corte dei conti, che ha appena finito di esaminare la documentazione. “Ancor più ove si abbia riguardo alla circostanza che nel 1998 -anno di trasformazione in società per azioni dell’Ente pubblico poste- si era registrato un risultato negativo per circa 2.650 miliardi di lire. L’inversione di tendenza -già preparata nel triennio 1999-2001, con una graduale riduzione del disavanzo- si è realizzata a partire dall’esercizio 2002 (chiuso con un utile di 45 milioni di euro)”.

I meriti sono noti e l’istituzione di controllo ricorda il principale: la scelta della dirigenza “di ampliare e differenziare l’oggetto sociale e di mirare ad un costante graduale sviluppo dell’attività finanziaria di bancoposta, affiancata dalla remunerativa attività assicurativa”. Siffatto impegno commerciale è valso a bilanciare -ed è stato così anche per il 2010- i risultati non favorevoli, sotto il profilo finanziario, del servizio universale, di cui Poste italiane spa è affidataria.

Non occorre, però, dormire sugli allori. Per questo l’organo ha voluto rimarcare “che il servizio postale è pur sempre l’essenza stessa dell’azienda”. Appare fondamentale, pertanto, “la ricerca costante di iniziative ed interventi idonei ad aumentare la qualità”, con una “progressiva significativa diminuzione delle disfunzioni nel recapito della corrispondenza e nella operatività degli sportelli”. Disfunzioni che continuano a rimanere, nonostante le azioni sul personale e lo sviluppo tecnologico. L’obiettivo è raggiungere “un miglior rapporto con l’utenza, allo stato sovente compromesso anche da una non completa percezione dell’effettivo livello del servizio”.

Quanto al decreto legislativo che l’anno scorso ha introdotto la terza direttiva postale europea completando la liberalizzazione, “permangono resistenze e fattori ostativi (quali, tra gli altri, l’ampiezza del servizio universale, i criteri e le modalità di selezione dell’affidatario, il regime differenziato dell’iva sui prodotti postali)”.

Non va dimenticato neppure l’onere del lavoro, che nell’azienda “costituisce il 70,4% dei costi di produzione e consuma il 63% dei ricavi prodotti”. Nel 2010 si attesta sui 5 miliardi e 970 milioni di euro (rispetto al 2009, appare ridotto di 236,3 milioni, pari al 3,8%) con un organico medio complessivo di 148.231 unità. I ricavi totali sono 10.021,9 milioni, inferiori dell’1,8% rispetto al precedente esercizio (10.203,3). In discesa pure i costi: 8.569,9 milioni (-2,7%) contro 8.804,7. L’utile d’esercizio, giunto a 729 milioni e complessivamente diminuito dell’1,1%, presenta esiti negativi del 2,1% per i servizi postali e del 3,9% per quelli finanziari. Il patrimonio netto di Poste italiane spa, al 31 dicembre 2010, è pari a 3.613,2 milioni, 463,7 in meno rispetto a dodici mesi prima. Forte il taglio agli investimenti, corrispondenti a 385,9 milioni, con una flessione del 17,9%.

Quanto al gruppo, l’andamento è rimasto favorevole (utile per il 2010 di 1.017,9 milioni, superiore di 113,9 rispetto al precedente esercizio). Secondo la Corte permane, tuttavia, la presenza di alcune aree che richiedono attenzione, in particolare i servizi logistici e le lavorazioni dei prodotti pacchi e corriere espresso: ecco quindi Sda express courier spa con una perdita di 34,5 milioni, Italia logistica srl con un risultato negativo per 3,5, Mistral air srl con un margine peggiorato di 1,5. Decisamente diversi gli esiti delle altre, principali aziende: Poste vita spa (con un risultato di periodo positivo per 30,3 milioni di euro), Poste mobile spa (utile di 5,5 milioni), Bancoposta fondi spa sgr (utile pari a 17,1 milioni), Europa gestioni immobiliari spa (con un risultato di 18,3 milioni).

Due facce del 2010 presso Poste italiane: il compenso agli amministratori e il numero dei reclami inoltrato dal pubblico
Due facce del 2010 presso Poste italiane: il compenso agli amministratori e il numero dei reclami inoltrato dal pubblico



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