“Caro amico ti scrivo / così mi distraggo un po’ / e siccome sei molto lontano / più forte ti scriverò”. È l’avvio di una fra le canzoni più note di Lucio Dalla, e si caratterizza per il taglio postale.
“L’anno che verrà” -questo è il titolo- racconta della missiva spedita ad un non individuato interlocutore ormai distante. Spiega le novità sopraggiunte nel frattempo: si esce poco la sera, c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra e si sta senza parlare per intere settimane. La televisione, però, ha annunciato che con il nuovo anno “sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno / ogni Cristo scenderà dalla croce / e anche gli uccelli faranno ritorno”. Più avanti, specifica che il vero motivo di queste affermazioni è un altro: “vedi caro amico cosa si deve inventare / per poter riderci sopra / e continuare a sperare”.
Nel 1979, quando il brano uscì, fu un trionfo. E non è un caso se l’album antologico del 2002, contenente numerosi successi registrati nell’arco della sua carriera, è intitolato allo stesso modo: “Caro amico ti scrivo”.
Intanto, “senza grandi disturbi qualcuno sparirà”. Lui l’ha fatto l’1 marzo; avrebbe compiuto oggi sessantanove anni. Il commiato religioso, in forma privata, si terrà fra poco, alle 14.30, nella basilica bolognese dedicata a san Petronio. Aspettando, se possibile, una coerente sottolineatura postale.