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editor Fabio Bonacina

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Nonostante le difficoltà economiche, la raccolta postale è salita del 5%, superando i 218 miliardi

Anche a Cassa depositi e prestiti nero su bianco il 2011. Il consiglio di amministrazione, infatti, ha approvato il progetto di bilancio, che ora dovrà essere sottoposto all’assemblea degli azionisti, convocata per il 30 maggio. Via libera pure al bilancio consolidato, che vi aggrega i risultati del gruppo Terna e delle altre società controllate.

Quanto a Cdp, l’anno si è chiuso con nuovi impieghi per circa 16,5 miliardi di euro, il massimo livello raggiunto dopo la sua trasformazione in società per azioni, ed un utile netto di 1.612 milioni che, accantonando i fattori di discontinuità, risulta in crescita del 18% rispetto all’esercizio precedente.

Gli impieghi continuano ad essere caratterizzati da un’elevata qualità creditizia, con svalutazioni e perdite pressoché nulle. Nel corso dei dodici mesi la Cassa ha mobilitato risorse per 16,5 miliardi (+41%), compresi 4,2 tra operazioni non ricorrenti ed impieghi in partecipazioni e fondi. Escludendo questi, il 38% del totale (6,2 miliardi) è stato destinato a finanziare Enti pubblici, il 24% a sostenere le aziende (circa 4 miliardi, riferiti in particolare al plafond destinato alle piccole e medie imprese) ed il 13% ad aiutare ditte e partenariati pubblico-privato per lo sviluppo delle infrastrutture (2,1 miliardi). I principali settori d’intervento sono stati le reti di trasporto ed i servizi pubblici locali, il sostegno delle Pmi e dell’attività di “export finance”, i finanziamenti destinati all’edilizia pubblica ed al “social housing”.

Mentre il sostegno agli Enti pubblici è un’attività storica, quello al mondo produttivo è molto recente; sono state finanziate 52mila Pmi, per un importo medio pari a 150mila euro; oltre il 40% delle risorse è servito per progetti di medio o lungo termine, cioè oltre i cinque anni. L’esaurimento del primo plafond, equivalente ad 8 miliardi, ed il perdurare delle difficoltà nell’accesso al credito ha spinto di recente la società a stanziare per le Pmi altri 10 miliardi, di cui 2 dedicati al problema del ritardo nei pagamenti della Pubblica amministrazione.

Quanto ai dati patrimoniali, l’attivo è cresciuto di quasi il 10% sull’esercizio precedente e si è attestato a 274 miliardi. Le disponibilità liquide ammontano a 129 miliardi, evidenziando un incremento di 1 miliardo rispetto ad un anno fa. La raccolta postale ha superato i 218 miliardi (+5% se paragonato alla fine del 2010), “malgrado la sfavorevole congiuntura economica e la conseguente contrazione della propensione al risparmio delle famiglie”.

Lo stock di crediti verso clientela e banche è cresciuto del 7%, attestandosi a 98,6 miliardi, soprattutto per effetto del consistente volume di nuova operatività nell’ambito dei programmi per il supporto all’economia. Il valore delle partecipazioni e dei titoli azionari ha raggiunto i 19,8 miliardi, prevalentemente in seguito alla costituzione del Fondo strategico italiano e all’acquisizione dell’89% del capitale sociale riguardante Tag, la società titolare dei diritti di trasporto relativi al tratto austriaco del gasdotto che collega la Russia all’Italia.

Il patrimonio netto si è attestato a 14,5 miliardi, evidenziando una crescita del 5% sul 2010.

Dal punto di vista economico, il 2011 si è chiuso con un utile netto di 1.612 milioni. Tale risultato deriva, in particolare, dall’aumento del margine di interesse (+40%, equivalente a 2.329 milioni), causato dalla stabilizzazione dei tassi di impiego e raccolta.

Confrontandolo al precedente, l’utile d’esercizio risulta in crescita del 18%, se si epurano entrambi dai fattori di discontinuità quali, per il 2010, la plusvalenza di circa 1 miliardo registrata a seguito della permuta azionaria perfezionata con il Mef e, per il 2011, un differente modo di considerare il corrispettivo riconosciuto a Poste italiane per l’attività di collocamento e gestione del risparmio postale.

Due parole, infine, sul bilancio consolidato. I dati al 31 dicembre 2011 evidenziano un utile netto di pertinenza della capogruppo pari a 2.167 milioni, in flessione del 7,5% se paragonato al 2010. Il totale attivo di stato patrimoniale ha raggiunto i 287.143 milioni, con un incremento del 10% rispetto al 2010, mentre il patrimonio netto di pertinenza della capogruppo si è attestato sui 15.525 milioni, mostrando una crescita del 12%.

I due anni a confronto
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