Non c’è una data ultima definita, perché -precisano dal Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà- rimarrà a tempo indefinito. È “Lettere da un fronte”, progetto ideato da Paola Monasterolo e volto a qualificare il cortile della stessa struttura che si trova a Torino in corso Valdocco 4/a.
Affronta il tema della Resistenza riproducendo un intreccio visivo e mentale fra la memoria storica e la condizione della società e della cultura contemporanea. Attingendo dai racconti di Enzo Pettini, ex partigiano a capo dell’VIII Brigata, attiva nel capoluogo piemontese, delle Squadre di azione patriottica, l’artista ha voluto rievocare una forma di resistenza che, seppur minima, ha lasciato tracce nella memoria orale e sui muri di alcune case del quartiere di Borgata Vittoria. Quando slogan antifascisti venivano scritti da bambini e donne con un particolare inchiostro ottenuto lasciando a mollo la calce spenta nell’olio di motore.
Riproponendo la stessa tecnica e richiamando il repertorio epistolare, è stato realizzato un decoro a muro; s’ispira alla grafia di un giovane partigiano di cui si è trovata testimonianza in una missiva conservata negli archivi dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”.
L’installazione è stata accompagnata dalle riflessioni dello storico e critico letterario Andrea Cortellessa, al quale la stessa Paola Monasterolo aveva commissionato la lezione “Cosa significa resistere oggi?”. Stampata una brochure che raccoglie alcune riflessioni.