Slp-Cisl ed Slc-Cgil sul piede di guerra. Per settembre, infatti, annunciano un’iniziativa nazionale in Emilia-Romagna. L’obiettivo è protestare “contro la cinica insensibilità aziendale che, a fronte di un dramma che sta scuotendo la coscienza del Paese, conferma chiusure e tagli anche nelle zone devastate dal terremoto e si rifiuta perfino di devolvere un’ora di lavoro da destinare alle popolazioni di quella regione”. Il mese successivo si aggiungeranno uno sciopero generale della categoria ed una manifestazione a Roma riguardanti la razionalizzazione. Questo perché -spiega la nota- mentre Massimo Sarmi “afferma a mezzo stampa che gli uffici postali non verranno chiusi e saranno riconvertiti, i suoi dirigenti continuano a predisporne la chiusura”. Delle due l’una: o l’amministratore delegato “fa ricorso alla demagogia per coprire i tagli e tranquillizzare i sindaci o la sua azienda non lo tiene in considerazione”. Per questo motivo le organizzazioni dei lavoratori tornano a chiedere la sospensione delle decisioni ed un tavolo di confronto nazionale “per capire se le sue proposte di riconversione degli uffici in centri multiservizi sono qualcosa di più della pura propaganda. In ogni caso il sindacato interromperà tutti i tavoli di confronto sui tagli a livello locale”. “La nostra opposizione è dovuta innanzitutto al fatto che i tagli vengono operati lì dove Poste è un’azienda largamente monopolista e cioè nei suoi settori tradizionali del recapito e degli uffici decentrati”.
A settembre manifestazione in Emilia-Romagna, ad ottobre lo sciopero
21 Lug 2012 16:59 - NEWS FROM ITALY
È quanto annunciano Slp-Cisl ed Slc-Cgil in merito al rifiuto di devolvere un’ora di lavoro in favore dei terremotati e alle razionalizzazioni degli uffici postali