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editor Fabio Bonacina

27143 news from 8/3/2003

Il Club della filatelia d’oro italiana ha firmato tre giornate intense, caratterizzate principalmente da mostra, mini-conferenze, premiazioni

La premiazione di “Vaccari news”: da sinistra, i presidenti del Club e del relativo collegio dei probiviri, Angelo Teruzzi e Bernardo Naddei, il direttore e il presidente della società cui fa capo la testata, Fabio Bonacina e Paolo Vaccari
La premiazione di “Vaccari news”: da sinistra, i presidenti del Club e del relativo collegio dei probiviri, Angelo Teruzzi e Bernardo Naddei, il direttore e il presidente della società cui fa capo la testata, Fabio Bonacina e Paolo Vaccari

Un fine settimana fra amici. Così si potrebbe definire la “tre giorni” di Martinengo (Bergamo), primo tentativo effettuato dal Club della filatelia d’oro italiana per trasformare rapporti finora sviluppati utilizzando internet ed e-mail in un contatto diretto. “Pensiamo -ha detto il presidente del sodalizio, Angelo Teruzzi- di essere riusciti a fare qualcosa di assolutamente gradevole per tutti”. Facendo tesoro -in eventuali future edizioni- dell’esperienza appena conclusa, soprattutto per definire meglio il target cui l’iniziativa stessa è destinata: i soci e comunque il mondo dei collezionisti, come farebbero presupporre la mostra ed alcune delle mini-conferenze, oppure il pubblico generico, come pensavano altri relatori? Si vedrà.

In ogni caso, i visitatori hanno potuto osservare settanta collezioni ad un quadro di alto livello ed assistere a sei approfondimenti, in grado di spaziare su diversi temi (suggerimento per i prossimi: raccogliere gli atti). Davvero funzionale la sede scelta, ubicata in un territorio -l’ha ricordato un preparato assessore provinciale alla cultura, Giovanni Milesi- da sempre al centro di un antico spirito europeo di interesse storico, politico ed economico dove hanno operato i maestri di posta della famiglia Tasso ma anche i Grataroli. “I francobolli, le lettere -ha aggiunto il sindaco, Paolo Nozza- sono pezzi di carta che tramandano storia”.

Quanto alle mini-conferenze, sono state aperte con Giuseppe Di Bella in qualità di divulgatore, che si è occupato del collezionismo filatelico. Mettendo in luce il concetto del messaggio, da Mercurio che comunicava agli dei alla rivelazione di Dio, dal sistema postale che nell’antichità non era pubblico (il nome “cursus publicus”, in questo senso, è fuorviante) ai pericoli del trasporto (si pensi soltanto ai pony express) e senza dimenticare gli interi, i quali, rispetto ai francobolli, offrono immagini più godibili. Insomma, per coinvolgere le persone non appassionate, “occorre raccontare le storie”.

Il mercato è stato sezionato da Emanuele Gabbini, che del Club è il fondatore. Dopo aver definito tutti gli attori presenti ed i loro rapporti, ha snocciolato qualche stima riguardante le transazioni tra commercianti e collezionisti. Cinque anni fa, all’epoca del suo libro “Filatelmia”, valutava un mercato totale pari a 150 milioni di euro l’anno, con 6mila persone -l’élite- che spendevano 75 milioni, 50mila -la fascia media- che ne facevano fatturare 25 ed altre 200-300mila -lo zoccolo interessato soprattutto ai prodotti base- che ne registravano 50. Ora, complice la crisi ma soprattutto la mancanza di proselitismo, il settore varrebbe 120 milioni, con 5mila grandi acquirenti per 65 milioni, 25mila medi per 15 e i 160-240mila restanti che ne spendono 40.

Mario Dondi, specializzato in marketing, ha approfondito il tema del collezionismo come bisogno dell’uomo, separando la raccolta dalla collezione propriamente detta. Quest’ultima ha un significato più alto; presuppone ordine e logica, pur con il rischio che diventi ossessione. D’altro canto, apre la mente, sviluppa l’attenzione, aumenta la sicurezza di sé, rappresenta una crescita culturale, favorisce l’intelligenza sociale. “La cultura filatelica -ha detto- è complessa e di pochi”; al tempo stesso, difetta di un riconoscimento a livello sociale. È un mondo troppo chiuso, c’è il concreto rischio di formare una casta, è individualista e perennemente caratterizzato dalle illusioni del guadagno.

Al presidente dell’Associazione collezionisti di fiscali, Mario Locati, è stato affidato il compito di approfondire il settore, caratterizzato da una letteratura specializzata quasi nulla e dall’assenza di un mercato. Eppure, le somiglianze con la filatelia sono numerose, sia tecniche che sostanziali (nel caso del Lombardo-Veneto le due funzioni, fiscale e postale, erano molto prossime). Tra le altre caratteristiche, la frequente mancanza di date di emissione precise, l’impossibilità di raggiungere una collezione davvero completa ed alcune marche da bollo mai viste, “di cui si favoleggia”.

“Anche la stampa filatelica è in crisi, nella misura in cui è in crisi il Paese”, ha esordito nel suo intervento il presidente dell’Unione stampa filatelica italiana, Danilo Bogoni. Questa è stata ed è tuttora di livello amatoriale, non imprenditoriale, anche se iniziative in tale senso non sono mancate, ad esempio, le enciclopedie. Ora in edicola vi è solo il “Collezionista” (altre testate vengono distribuite tramite abbonamento), mentre in passato ve ne erano di più: il periodico della Bolaffi arrivò ad essere addirittura settimanale. Sapendo che il settore genera poca pubblicità, quindi non permette né di sostenere progetti specifici, né di avere spazio (un tempo, le rubriche) sulla stampa d’informazione. Oggi -grazie anche alla tecnologia- fioriscono le produzioni dei circoli: tante, più o meno importanti. Quanto al web, “mi sarei aspettato una maggiore diffusione: l’unica testata giornalistica è «Vaccari news»”; altre presenze sono significative, ma non informative. Pochi gli organi che parlano a chi sta fuori, che non colleziona. “Noi siamo di nicchia, tendiamo ad esserlo sempre di più, vedi il linguaggio che usiamo, oppure le mostre”.

Le relazioni si sono concluse questa mattina con l’intervento del delegato federale a manifestazioni e giurie, Paolo Guglielminetti, che si è concentrato proprio sulle esposizioni. Non c’è una crisi nelle vocazioni, ma sussistono altri problemi, come la mancanza di risorse e la scarsa fruibilità (per motivi diversi) degli allestimenti, sia per i collezionisti, sia per il pubblico generico. Davanti ad una indubbia crescita nel numero delle partecipazioni e ad un conseguente aumento nella richiesta di spazi e risorse, si registra una minore disponibilità di ambienti e supporti, nonché un lievitare dei problemi inerenti la fruibilità. Tra le possibili ricette per rivolgersi al grande pubblico, utilizzare gli stessi strumenti da tempo diffusi fra le rassegne non filateliche: guide, catalogo, video...

Nel contesto della “tre giorni”, sono stati premiati i due siti web di informazione filatelica più votati dai soci e dai simpatizzanti del Club. Il presidente della società Paolo Vaccari e il direttore Fabio Bonacina, in rappresentanza anche del resto della redazione composta da Valeria Vaccari e Claudia Zanetti, hanno ritirato il primo premio, attribuito a ”Vaccari news”. Seguiti da Giuseppe Di Bella, autore degli articoli ospitati su “Italia informazioni” e “Sicilia informazioni”.

Per ciò che concerne le collezioni messe sotto le teche, due gli scrutini effettuati. Quello espresso dagli stessi proprietari ha privilegiato i lavori di Ferdinando Giudici (“Souvenir du siège de Paris 1870/1871”), Angelo Teruzzi (“Dal Regno Lombardo Veneto alla Francia via degli Stati Sardi”) e Flavio Pini (“Usi postali della prima cartolina del Regno d’Italia”); nel secondo, a taglio popolare, hanno primeggiato Vinicio Sesso (“I bolli accessori - Le lettere (s)perdute”), Rosario D’Agata (“I campi di sterminio nazisti 1940-1945”) e Cesare Rialdi (“La posta dei Tasso”). Il “Gronchi rosa”, infine, è stato consegnato a Maria Giulia Ferrari.

I sei relatori alle mini-conferenze svoltesi tra ieri e oggi: Giuseppe Di Bella, Emanuele Gabbini, Mario Dondi, Mario Locati, Danilo Bogoni e Paolo Guglielminetti
I sei relatori alle mini-conferenze svoltesi tra ieri e oggi: Giuseppe Di Bella, Emanuele Gabbini, Mario Dondi, Mario Locati, Danilo Bogoni e Paolo Guglielminetti



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