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editor Fabio Bonacina

27241 news from 8/3/2003

Ieri le due conferenze tenute a Fondotoce e Pallanza (Verbano-Cusio-Ossola) da Riccardo Ajolfi. Davanti, un pubblico a digiuno di cose postali ma che voleva saperne di più…

Come può un capitolo di filatelia o di comunicazione postale interessare il pubblico generico? Riccardo Ajolfi conosce il problema ed ha dimostrato di saperlo affrontare in due piacevoli conversazioni organizzate ieri nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, dove gli uditori erano essenzialmente storici o normali cittadini interessati a preservare il patrimonio nazionale. Rispetto ad altri contesti in cui ha relazionato nel passato, ad esempio il pratese Istituto di studi storici postali, gli interlocutori erano privi delle normali conoscenze base del settore, e lui ne ha tenuto conto. Evitando di addentrarsi nei particolari tecnici, ma rimanendo, senza essere banale, sulla superficie della trattazione. E, soprattutto, facendo parlare i documenti.

A Fondotoce, nel corso di una giornata di studi dedicata al filologo e partigiano Gianfranco Contini, ha illustrato l’attenzione mostrata dalla Giunta provvisoria di governo, ai tempi della Repubblica dell’Ossola, per la comunicazione ed i francobolli, in un contesto bellico in cui “la posta era un mito e la ferrovia un’utopia”. Spiegando come funzionava la censura e come probabilmente i rapporti postali tra il territorio liberato ed il resto del Paese non fossero del tutto interrotti. In ogni caso, si pensò a cartevalori postali adattate (vi sono le prove di Lugano) e si parlò (ma ancora mancano le verifiche documentali) di una loro presentazione all’Unione postale universale per il regolare via libera. Le vicende militari presero un’altra piega, la Repubblica e le sue attenzioni legittimiste vennero cancellate, i francobolli non videro la luce e le produzioni effettivamente comparse dopo il 25 aprile 1945 sono solo frutto di propaganda e speculazione commerciale. Senza che -beninteso- vengano meno l’interesse collezionistico e, soprattutto, affettivo, come dimostra la raccolta di Ennio Zani, in mostra in via Turati 9 sino al 30 ottobre.

Qualche ora dopo ed a pochi chilometri di distanza, a Pallanza, il bis. Questa volta la platea che ha ascoltato il divulgatore consisteva soprattutto in soci e sostenitori del Fondo ambiente italiano. Un caffè letterario, che ha visto sulla ribalta la strada del Sempione nel tratto fra le montagne ed il lago. L’attenzione, in particolare, si è soffermata sulle diligenze che portavano passeggeri, merci ed epistole, scelta adesso ancora operativa in Svizzera attraverso Autopostale. Le numerose illustrazioni d’epoca rimaste dimostrano un antico interesse per la tratta e per le stazioni di posta, luoghi in cui le persone ed i cavalli potevano nutrirsi e riposarsi, ma dove faceva riferimento anche il sistema della corrispondenza. Nel corso dell’incontro, le antiche stampe e le cartoline sono state confrontate con le foto attuali, così da evidenziare come in qualche caso la toponomastica sia sopravvissuta e come gli stessi edifici siano cambiati o meno nel tempo. Alcuni immobili -spesso caratterizzati da inconsueti richiami esotici- hanno conservato la vecchia fisionomia risultando facilmente riconoscibili, e magari hanno mantenuto la destinazione d’uso restando alberghi o ristoranti. Oggi costituiscono un luogo della memoria, un simbolo. Altri edifici hanno subìto modifiche significative, alcuni sono stati abbattuti. Scomparse magari le pietre, rimangono le testimonianze lasciate da viaggiatori, famosi o meno: lettere, diari, libri che descrivono il clima, la strada ed i suoi pericoli, i mezzi impiegati, gli addetti, l’ospitalità o i difetti riscontrati nelle strutture ricettive. Fonti per gli appassionati e per gli storici.

A Fondotoce Riccardo Ajolfi (al centro della prima foto) illustra il materiale riguardante la Repubblica dell'Ossola tratto dalla collezione di Ennio Zani. A Pallanza, invece, rievoca le esperienze degli antichi viaggiatori lungo la strada del Sempione
A Fondotoce Riccardo Ajolfi (al centro della prima foto) illustra il materiale riguardante la Repubblica dell'Ossola tratto dalla collezione di Ennio Zani. A Pallanza, invece, rievoca le esperienze degli antichi viaggiatori lungo la strada del Sempione



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