Più volte negli ultimi tempi citato nei discorsi ufficiali, il progetto “Filatelia nelle carceri” sta prendendo corpo. Già una bozza di lavoro è in mano ad alcune associazioni dei collezionisti, perché saranno loro le principali interlocutrici.
“I contenuti del protocollo con il ministero della Giustizia e con il ministero dello Sviluppo economico -spiega a «Vaccari news» la responsabile per la filatelia di Poste italiane, Marisa Giannini- sono stati definiti”. Occorre solo trovare un giorno in cui i relativi rappresentanti, Paola Severino Di Benedetto e Corrado Passera, possano sottoscriverlo insieme ai delegati degli altri partner, ossia Poste, Federazione fra le società filateliche italiane ed Unione stampa filatelica italiana. Poi, si passerà alla fase operativa.
“I formatori -prosegue Marisa Giannini- saranno forniti soprattutto dai circoli, che in tanti hanno aderito, a cominciare dalla Liguria. Decideranno loro se interfacciarsi direttamente con i carcerati o con gli assistenti sociali. Dobbiamo partire al più presto, per vedere cosa fare nello specifico e come muoversi”.
In una quindicina di pagine, l’essenza dell’iniziativa, originata da quanto realizzato, grazie in particolare a Danilo Bogoni, nel penitenziario di Bollate dal 2010. Qui venne fondato il Circolo filatelico “Intramur” arrivando, l’anno successivo, ad esporre durante “Milanofil” la propria esperienza. Essa -si legge nel prospetto- “ha dimostrato che i detenuti, spinti inizialmente dalla curiosità e dal desiderio di sottrarsi alla monotonia della cella, hanno trovato nella filatelia le giuste motivazioni per approfondire -divertendosi- argomenti e tematiche di forte impatto culturale, realizzando quella rieducazione che è alla base dello stesso sistema carcerario italiano”. Da qui, l’impulso a sviluppare un progetto adeguato di orientamento al collezionismo filatelico.
In base alle aspettative, i beneficiari potranno sviluppare abilità trasversali, quali l’osservazione, la riflessione, l’ordine e la collaborazione; apprendere conoscenze storiche, geografiche, scientifiche ed artistiche; ottenere un aiuto nella socializzazione. Tra gli obiettivi più generali, creare gruppi filatelici interni, realizzare collezioni collettive, organizzare corsi di formazione per tutor (cioè per detenuti con particolare interesse e sensibilità), proporre eventi, mostrare all’esterno -laddove possibile- gli esiti raggiunti.