Se il tema (postale) di questi giorni è la chiusura di numerosi uffici, Cesenatico (Forlì-Cesena) festeggia il proprio. Perché da centotrenta anni serve l’utenza in piazza Pisacane 5 ed oggi, dalle 15 alle 19, verrà ricordato con un annullo speciale presso il Museo della marineria, sito in via Armellini 18.
Sarà l’occasione per parlare delle trasformazioni urbanistiche locali (l’intervento verrà tenuto da Davide Gnola), della Romagna e del suo servizio postale (Giovanni Albertazzi), della posta e del telegrafo a Cesenatico (Riccardo Braschi).
Contemporaneamente, grazie al supporto di Architetturapostale.it e del Circolo culturale filatelico numismatico “Ennio Giunchi”, la medesima struttura museale ospiterà la rassegna fotografica “La posta a Cesenatico - Architettura postale in Emilia-Romagna”, visitabile anche domani, il 22 ed il 23 dicembre dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 (ingresso per la sola mostra gratuito).
Si tratta -spiega per i promotori lo stesso Braschi- della più antica sede postale ancora operativa nella regione e, nonostante le rilevanti trasformazioni subite, conserva l’involucro originario risalente al 1882. L’edificio fu realizzato nell’ambito delle ricostruzioni seguite al devastante terremoto che colpì la cittadina nel 1875. Il pericolante municipio venne abbattuto, sostituito da un fabbricato che avrebbe dovuto contenere, oltre agli sportelli postelegrafici, delle botteghe da affittare.
Il progetto venne redatto nel 1877 dall’ingegnere Antonio Amaducci; egli indicò un solo piano, allo scopo di armonizzare l’immobile al resto della piazza e diminuirne le spese. In realtà, vennero creati due livelli, per un’altezza leggermente superiore alla precedente.
La facciata occupa tutto il lato a levante della piazza e comprende un portico architravato che si congiunge a sud al loggiato confinante. Il prospetto laterale si affaccia sulla via pubblica e quello posteriore sulla corte privata.
Il portico è certamente l’elemento più caratterizzante. È formato da sei campate scandite con coppie di colonne toscane di laterizio, decorate con basi e capitelli di pietra bianca del Furlo. La trabeazione separa i due livelli, accentuandone lo squilibrio volumetrico. Questo è ulteriormente evidenziato dalla tipologia delle finestre: al piano terreno sono piccole, ad arco ribassato e contornate da una cornice, non originaria, in mattoni di laterizio; al livello superiore appaiono molto grandi, a tutto sesto e con ampia cornice cementizia.
Le modanature e le decorazioni plastiche -prosegue l’esperto- sono in gran parte di cemento verniciato ad imitazione della pietra naturale; alcuni elementi risultano in laterizio ed i paramenti sono intonacati e verniciati di colore rosso. Il cornicione è decorato con mensolotti di cemento sagomati a voluta e la copertura a falde è in tegole di laterizio.
Fra le finestre, al piano superiore della facciata, vi sono tre lapidi. Al centro si trova la targa del 1884 dedicata a Giuseppe Mazzini; a sinistra è collocata quella datata 28 maggio 1911 per commemorare Andrea Costa; l’ultima celebra il ventesimo anniversario della Resistenza.
A partire dal 1917, il palazzo ospitò anche l’ufficio telefonico e per un quarto di secolo tutti i servizi di comunicazione si trovarono riuniti. Nel 1926 la Cassa di risparmio di Cesena ne acquisì la proprietà di una parte per destinarla alla locale succursale e nel 1954 il Comune, ritornato in possesso dell’intero stabile, adibì il piano superiore ed una porzione del terreno a sede della scuola media. La duplice funzione comunicazioni e didattica venne mantenuta fino al 1972, quando la proprietà passò al ministero delle Poste e delle telecomunicazioni. Di recente è stato restaurato da Poste italiane.
Testo aggiornato il 17 dicembre 2012.