Se Marsha Hunt, un mese fa, ha venduto le corrispondenze di Mick Jagger, qualcun altro ha raccolto le missive di John Lennon in un libro.
È il giornalista e romanziere Hunter Davies, autore dell’unica biografia autorizzata dei Beatles, che ha rintracciato quasi trecento fra lettere e cartoline di John a familiari, amanti, amici, ammiratori, estranei e perfino alla lavanderia. Nell’impresa è stato aiutato da parenti e compagni del musicista nonché da collezionisti privati di tutto il mondo. Naturalmente, con l’assistenza di Yoko Ono, vedova e proprietaria dei suoi diritti d’autore.
Il volume, 400 pagine (20,00 euro), è edito da Mondadori. Si intitola “Le lettere di John Lennon”. In esso il curatore racconta la storia di ogni scritto, illustra il momento in cui fu redatto, fornisce lumi sul destinatario, spiega contenuti e contesto. Forte di una significativa conoscenza della materia.
Lo stile è ora tenero, ora istruttivo, divertente, irato e violento, semplicemente struggente. Molti interventi sono arricchiti da disegni, scarabocchi e freddure del mittente. Dalla testimonianza più antica (un biglietto di ringraziamento per una zia risalente al 1951, quando aveva dieci anni), all’ultimo autografo per una centralinista di New York regalato l’8 dicembre 1980 (il giorno in cui fu ucciso a quarant’anni), i documenti ripercorrono la storia dell’uomo. Rivelandone le preoccupazioni, i timori, gli entusiasmi, e gettando nuova luce sulla sfera intima di un genio schivo. “In genere -sono le sue parole- scrivo così e non sto a pensarci, ma quando spedisco è come una piccola parte di me che se ne va nelle mani di qualcuno lontano mille chilometri che si chiederà che diavolo sta succedendo”.