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editor Fabio Bonacina

27265 news from 8/3/2003

La cartolina come strumento per rilevare il territorio e diffondere l’immaginario di un luogo. E, in mezzo, c’è pure l’auspicata designazione a capitale europea della cultura

Alcune delle cartoline predisposte: sono di Jonathan Frantini (“Pineta San Vitale”)…
Alcune delle cartoline predisposte: sono di Jonathan Frantini (“Pineta San Vitale”)…

Anche un’iniziativa che ruota sulle cartoline può servire a far conoscere ed a sostenere una candidatura. Nella fattispecie, quella di Ravenna, che ambisce a diventare, nel 2019, capitale europea della cultura.

È “Saluti da Ravenna”, progetto ideato e curato da Silvia Loddo per Osservatorio fotografico. Consiste in un’edizione speciale di cartoline d’artista, realizzate da Cesare Fabbri, Jonathan Frantini e Moira Ricci. Venticinque i tipi individuati e stampati in offset, seguendo un progetto grafico dovuto a Emilio Macchia.

Nonostante sia spesso sostituita dagli effimeri ricordi digitali inviati attraverso i moderni sistemi elettronici, la cartolina -spiega la medesima Silvia Loddo- “continua a rappresentare un importante mezzo di diffusione dell’immaginario di paesaggi e città. È uno dei souvenir più ricercati non solo dai collezionisti ma anche da molti artisti e fotografi e sempre più spesso è facile trovarla non solo nelle bancarelle dei mercatini o dai rigattieri ma anche nelle sale dei musei”.

In questo senso, gli esempi non mancano. Il fotoreporter britannico Martin Parr lavora da anni su un immaginario popolare, che può essere definito “da cartolina”; pubblica sovente, insieme ai lavori, le cartoline che fanno parte della sua poderosa collezione, ricca di oltre ventimila pezzi. Nel 2008, l’editore Phaidon ha prodotto “A road trip journal”, diario del viaggio di Stephan Shore attraverso l’America, effettuato nel 1973 proponendo la documentazione visiva ma anche con gli scontrini, le ricevute, le buste e le cartoline che il fotografo raccoglieva durante la giornata. In occasione della 53ª Biennale di Venezia, l’artista polacca Aleksandra Mir tre anni fa ha presentato l’opera “Venezia (all places contain all others)”: consisteva in un milione di cartoline fotografiche, dove la classica scritta “Venezia” era abbinata a paesaggi urbani o naturali che in comune con la tradizionale immagine della città lagunare hanno solo la presenza dell’acqua.

E il centro romagnolo? Il progetto -prosegue l’ideatrice- “considera la cartolina uno strumento utile ed efficace di rilevamento del territorio e diffusione dell’immaginario di un luogo. La standardizzazione e la stereotipizzazione dei soggetti non sono limiti dell’oggetto in sé ma conseguenze indotte dall’uso che se ne fa, soprattutto se unicamente a scopi commerciali. Un tempo dunque l’edizione di cartoline non si limitava alla riproduzione di poche immagine-simbolo ma dimostrava un’attenzione per la complessità della storia e della vita dei luoghi”.

A partire da un confronto critico con tale ricca varietà di modelli, ma senza nessun risvolto nostalgico rispetto ai tempi passati, “Saluti da Ravenna” “vorrebbe riflettere su quali sono oggi i meccanismi di produzione e circolazione di questo oggetto-ricordo e sull’immagine che veicola, indagando le possibilità di traduzione «in cartolina» della città di Ravenna”.

…Cesare Fabbri (“Classe”) e Moira Ricci (“Mirabilandia”)
…Cesare Fabbri (“Classe”) e Moira Ricci (“Mirabilandia”)



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