Lontane testimonianze si rilevano nelle epoche più remote: i primi modelli vennero raffigurati già intorno al 5000 avanti Cristo in Egitto. Raccontando la storia dell’uomo attraverso uno dei suoi attrezzi, la bilancia. Attrezzo che nel tempo è stato impiegato per valutare derrate alimentari, bambini e adulti, filati, monete, materie prime… E, naturalmente, anche lettere e pacchi.
La possibilità di scoprire questo particolare mondo è offerta a Firenze dal collezionista Giuseppe Pinto. Ex dipendente comunale con la passione per la maratona, ora è in pensione e da trent’anni si muove fra dinamometri, stadere, piatti e bascule. Finora ha accantonato, uno dopo l’altro, duecento reperti e buona parte di essi è esposta, sino al 15 marzo, presso lo spazio mostre dell’Ente cassa di risparmio. Si trova nella stessa città toscana in via Bufalini 6 ed è aperto al pubblico, gratuitamente, tutti i giorni: da lunedì a venerdì tra le 9 e le 19, sabato e domenica nelle fasce 10-13 e 15-19.
È “Pesiamo la storia. Bilance e sistemi di peso dal Seicento al Novecento”, di cui Polistampa ha edito il catalogo (24 pagine a colori, 3,00 euro). Si tratta -dice il presidente della struttura ospite, Jacopo Mazzei- di pezzi che esemplificano “un percorso secolare in cui si sono precisate e affinate le tecnologie volte alla pesatura, premessa indispensabile per una molteplice casistica di necessità che caratterizzano il multiforme orizzonte delle attività umane, da quelle prettamente economiche fino a quelle scientifiche”.