Prima l’oro e le automobili classiche, poi le monete rare, quindi i francobolli e solo dopo arte, vino, gioielleria, orologi. Così si classificano alcuni beni mobili (soprattutto da collezione), organizzandoli secondo la crescita economica registrata negli ultimi dieci anni. A rivelare i dati è uno studio compiuto dalla società di consulenza immobiliare Knight Frank, anticipato due giorni fa sul “Financial times” e ripreso oggi dal “Corriere della sera”.
A scriverne sulla testata italiana è stato Matteo Persivale, nell’articolo “Ferrari e francobolli. Quando le passioni diventano un affare”. Il giornalista ammette che “nell’ultimo decennio la crescita dei prezzi delle grandi opere d’arte è stata del 199%. Peccato che il mercato dei francobolli sia cresciuto nello stesso decennio del 216% e quello delle monete rare del 248%”. Al vertice, comunque, vi sono le vetture d’epoca, che hanno registrato uno sviluppo del 395%, ed uscendo dal settore hobby l’oro, balzato ad un +434%. Il riferimento per le cartevalori postali è, ancora una volta, l’indice elaborato da Stanley Gibbons.
A titolo di confronto, può essere interessante un veloce sguardo al comparto dei beni immobili, dove il maggior esito è stato annotato ad Hong Kong, pari al 221%, seguito da San Paolo (211%), Parigi (117%), Londra (103%) e New York (72%).
Per combinazione, anche l’odierno supplemento del quotidiano milanese, “La lettura”, punta al mondo dei dentelli. Dedicandogli addirittura la copertina, costituita da un’opera caratterizzata con un “tappeto” di esemplari usati “Michelangiolesca” e “Siracusana”. Il richiamo è all’artista Flavio Favelli (classe 1967): “Da bambino scrivevo le cartoline a mio padre. Dopo trent’anni le ho riprese e così è come se me le fossi spedite”.