Francobolli a lui dedicati non risultano (se si esclude il 10 dollari di Liberia del 12 novembre 2000, inserito nella serie dedicata ai rappresentanti degli Stati membri dell’Onu), ma anche il settore è stato condizionato dalla sua presenza al vertice del Venezuela. Hugo Chávez è scomparso ieri, dopo una lunga malattia. Andava per i cinquantanove anni, che avrebbe compiuto il 28 luglio, e dal 1999 era presidente del Paese.
Già l’operatore nazionale, Ipostel, ha un motto in linea con l’approccio politico: “Revolucionando el correo”.
L’influenza è evidente, inoltre, analizzando le cartevalori emesse, cominciando dalle tematiche introdotte: si è passati da argomenti generici (associazioni, arte, cultura, rapporti internazionali…) e religiosi ad un taglio un po’ più propagandistico. Quindi, valorizzando l’eredità storica (in questo aiutati dal bicentenario trascorso dall’Indipendenza, caduto nel 2011, e dal mito per il generale Simón Bolívar), gli aspetti sociali e la realtà contemporanea. Senza trascurare le Forze armate, ambiente da cui lui stesso proveniva.
Registrati, poi, i cambi alla denominazione ed ai simboli: con il 2003, le cartevalori riportano l’appellativo aggiornato, evoluto dal semplice “Venezuela” a “Repubblica bolivariana del Venezuela”, mentre la bandiera e lo stemma (modificati nel 2006) figurano nelle due serie del 2009, ognuna da venti dentelli, che ne raccontano gli sviluppi. Diversi i dettagli variati tre anni prima ed evidenti confrontando gli emblemi. Fra essi, il cavallino, simbolo della Libertà: ora figura mentre corre verso sinistra ed a muso in avanti (prima andava, con meno lena, a destra e guardava indietro), mentre le stelle, che ricordano le Province ribellatesi alla Spagna, sono otto e non più sette, avendo aggiunto la Guayana, indipendente dal 1863 ed oggi in parte soggetta ad un contenzioso diplomatico con la vicina Guyana.