Ci sono certe persone che hanno fatto la storia. E, per la marcofilia italiana, una di queste è senza dubbio Lodovico Josz (28 luglio 1841 - 20 marzo 1917). Citazioni che lo riguardano affollano i testi di settore; mancava, però, un approfondimento a tutto tondo su quanto ha lasciato, ma anche sulla sua figura e sul contesto nel quale ha vissuto.
Grazie a Poste italiane filatelia, che l’ha edito, e grazie all’impegno di Paolo Saletti con il supporto di Paolo Guglielminetti e Italo Robetti dell’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani, ora un quadro di riferimento c’è. S’intitola “Lodovico Josz incisore di bolli postali in una famiglia di artisti” (36 pagine a colori con cd in distribuzione gratuita; da Vaccari effettuando acquisti di libri per almeno 30,00 euro).
Il punto di partenza sono i tre quaderni -un quarto contiene lavori differenti- dove il protagonista aveva applicato le impronte dei bolli che man mano produceva per conto del servizio postale italiano, quaderni nel 1961 donati dalla figlia Valeria a quello che ora si chiama Museo storico della comunicazione. Accanto alla loro riproduzione (centinaia di pagine, presenti insieme ad altri materiali nel disco allegato), e compendiata da ulteriori manuali non annotati ma trovati dagli appassionati, ecco la vicenda umana dell’artefice e dei parenti più significativi, raccolta avvalendosi dell’aiuto dei discendenti e di alcune comunità ebraiche.