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editor Fabio Bonacina

27144 news from 8/3/2003

Salerno: nei primi cinque mesi del 2013 ha affrontato i ricorsi di 34 Comuni relativi a 40 uffici, per i quali Poste aveva deciso la chiusura o la riduzione delle attività

Razionalizzazione, ossia chiusura definitiva del presidio o tagli ai giorni o alle ore di apertura. Negli ultimi mesi le cronache si sono occupate parecchie volte della scelta condotta da Poste italiane di ritirarsi laddove non conveniente.

Un anno fa, ad esempio, un documento interno della stessa società stimava in 1.096 le cessazioni previste. Bilancio alla mano, nel 2012 ne sono state concretizzate 269. Ma i processi sono ancora in corso, come dimostra, ad esempio, l’incontro riguardante la Liguria del 27 maggio scorso.

Dai rappresentanti dei lavoratori a quelli dei cittadini, non sono mancate le lamentele. C’è chi ha privilegiato la trattativa, chi ha protestato in modi qualche volta plateali, chi -come in Toscana- ha ipotizzato strade alternative, chi è ricorso al Tribunale amministrativo regionale, opzione adottata, ad esempio, in Abruzzo, Basilicata, Campania e Sicilia. E chi ha atteso, prima di compiere quest’ultima mossa, gli esiti raggiunti da quanti già l’avevano adottata.

Ma la via legale è risultata premiante? Sì e no, anche perché, naturalmente, hanno giocato differenti variabili, dal contenuto del ricorso alla situazione specifica del territorio, e naturalmente dall’approccio adottato dai giudici.

Una serie significativa di casi è offerta dalla sezione di Salerno del Tar campano. Nei primi cinque mesi di quest’anno ha emesso oltre un migliaio di provvedimenti, e 34 hanno riguardato altrettanti comuni (26 in provincia della stessa Salerno ed 8 nell’Avellinese), in causa per 40 uffici. Per essi, l’operatore aveva disposto la chiusura totale (in 34 frangenti) o la riduzione nel servizio (6). Le sentenze hanno dato per 16 volte ragione ai sindaci ricorrenti, e per 17 a Poste.

Gli Enti locali che hanno visto riconosciute le proprie ragioni sono: Ascea, Buccino, Calabritto, Camerota, Centola, Gioi, Laurino, Montano Antilia, Morigerati, Orria, Palomonte, Pisciotta, Pratola Serra, Roccadaspide, Santa Marina e Vallo della Lucania. Quelli che invece hanno perso risultano Atena Lucana, Cassano Irpino, Castelnuovo Cilento, Ceraso, Cicerale, Ispani, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Monteverde, Ogliastro Cilento, Rocca San Felice, Sant’Angelo all’Esca, Sessa Cilento, Stio, Summonte, Torre Orsaia e Venticano. Un faldone, più complesso, ha riguardato Montesano sulla Marcellana, coinvolto addirittura per 1 chiusura e 2 ridimensionamenti negli orari: la sentenza ha respinto la prima decisione di Poste, mentre ha convalidato le rimanenti.

I tagli di Poste hanno aperto anche contenziosi in tribunale
I tagli di Poste hanno aperto anche contenziosi in tribunale



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