Il buono-risposta internazionale: poco conosciuto dagli utenti e probabilmente oggi strumento superato, anche se dall’Unione postale universale si sostiene che un certo impiego ci sia, soprattutto fra gli studenti. Ma i dubbi sull’utilità, nella sua storia più che centenaria, non sono mancati. Creato dal Congresso postale di Roma del 1906, “non ha riscontrato il favore del pubblico”, annotava già, nella sua rassegna stampa, la “Rivista delle comunicazioni” un secolo fa esatto. Dando anche un numero: il quantitativo venduto in tutto il territorio dell’Upu lungo il 1911 fu di 583.859 pezzi. “L’insuccesso -si legge nella nota- deve attribuirsi specialmente al fatto che il mittente non ha mai la sicurezza che il destinatario vorrà andare ad un ufficio postale per avere in cambio del tagliando il francobollo da 25 centesimi con cui affrancare la risposta. È un sistema molto più semplice quello di procurare al pubblico dei francobolli stranieri”. Accennando al caso dei Paesi Bassi, che agli sportelli principali offrivano le cartevalori di sette Paesi europei e di cinque transoceanici. Intanto, si attende il modello “Doha” del coupon-réponse international; alcune amministrazioni, fra cui la vaticana, lo renderanno disponibile da dopodomani, lunedì 1 luglio.
I buoni di un secolo fa
29 Giu 2013 01:03 - NEWSPAPERS, MAGAZINES AND SITES
Coupon-réponse: già nel 1913 non erano apprezzati. Da lunedì la nuova versione “Doha”