Mai accaduto di non ricevere una lettera (ma il discorso ora vale anche per l’e-mail) annunciata ed attesa? Capita. E la colpa, naturalmente, è dell’operatore, che di certo trascura il servizio. Un problema antico… codificato ad esempio da un articolo di Gerolamo Invernizzi, uscito mezzo secolo fa dalle colonne del genovese “L’avvisatore marittimo”. “Mi è capitato a più riprese di dovermi scagionare per una attenzione non manifestata, a proposito di ricorrenze familiari o di eventi di un certo rilievo, come pure per qualche doverosa comunicazione non giunta in tempo a destino; e tutte le volte ho trovato nulla di meglio, né di più comodo, che attribuire alla posta la colpa del disguido”. E questo perché -ammette l’autore- “a furia di parlarne, la carenza dei servizi postali è divenuta o considerata nel nostro Paese un costume, un pessimo costume, non ho mai dovuto durar fatica per farmi assolvere dalla mia mancanza, né ho mai incontrato incredulità di fronte alla mia precisa affermazione che io avevo scritto, ma le Poste evidentemente non avevano recapitato il messaggio”. Dal caso personale, all’approccio complessivo: le missive, che non sono giunte, “presumibilmente non sono mai partite”. Insomma, secondo l’Invernizzi (che nel testo precisa di non essere un postale o di ricevere soldi dal Governo), quella degli smarrimenti sarebbe solo una leggenda.
Quando lo speditore mancato fece “outing”
11 Lug 2013 16:50 - NEWSPAPERS, MAGAZINES AND SITES
“L’avvisatore marittimo”, mezzo secolo fa: se la lettera non arriva è colpa delle Poste. Magari, però, il mittente non l’ha mai… imbucata