Centri meccanizzati postali, ma chi si occuperà ora della manutenzione? L’ha chiesto, da Sinistra ecologia libertà, Giovanni Barozzino al ministro allo Sviluppo economico, Flavio Zanonato.
Alla fine degli anni Settanta -ricorda nella sua interrogazione a risposta scritta il senatore- Poste italiane commissionava alla Elsag del gruppo Finmeccanica (oggi confluita nella Selex electronic systems a partecipazione statale) l’appalto, a sua volta “girato” a diverse società di servizio, come Luciano Russo, Sie service, Seam. Fino all’ottobre del 2007 tale rapporto è stato rinnovato automaticamente. Poi, Selex Elsag decise, avendone facoltà, di affidare l’incarico a due sole ditte: Stac Italia per il Centro-Nord e Logos per il Centro-Sud e le Isole. Le subentranti, grazie, al dicastero ed ai sindacati, si impegnarono ad assumere il personale delle realtà escluse.
Nel febbraio scorso, un nuovo cambio di scena: la Selex Elsag ha deciso di disdire unilateralmente, con effetto immediato, gli incarichi assegnati alle due aziende in subappalto, “senza prevedere alcuna tutela” per i circa trecento tecnici e manutentori occupati nei vari centri. L’ultima proroga scade il 31 luglio e adesso gli interessati non hanno “nessuna prospettiva di impiego”.
Il prossimo futuro vedrebbe in campo Selex Elsag e Ph facility, con una riduzione agli attuali organici di circa il trenta per cento e con la chiusura di alcuni impianti.
Da qui la richiesta al rappresentante del Governo se non intenda convocare un tavolo con Poste italiane, Selex Elsag, Logos, Stac, Ph facility e le organizzazioni sindacali “al fine di approvare un protocollo d’intesa che salvaguardi l’occupazione dell’intera filiera o la riallocazione del personale eccedente in Poste”.