Un caso simile a quello che a marzo ha interessato, attraverso l’operazione “Lost pay”, altre due società. Un nuovo intervento della Guardia di finanza, chiamato “Fail payment”, ha messo la lente su due aziende della provincia di Cagliari che, secondo gli investigatori, non avevano l’autorizzazione da parte della Banca d’Italia per accettare i pagamenti sui ccp, ma lo facevano ugualmente.
Entrambe sono attive nel recapito della corrispondenza nell’isola e, attraverso la rete in franchising collegata, in tutta Italia. Risultano 371 le persone denunciate alla Procura della Repubblica per violazione della normativa sulla legge bancaria.
Al momento -precisano le “Fiamme gialle”- non risultano “danni per gli utilizzatori del servizio, sia per quanto riguarda i privati cittadini che hanno effettuato i pagamenti tramite bollettini, sia per le società-enti” che ne avrebbero beneficiato.
A proposito di “Lost pay”, va annotato l’intervento di Federconsumatori ed Adusbef, concentrato sul marchio Posta più. Sono moltissime -hanno detto dalle relative associazioni- le persone coinvolte “dallo scandalo degli uffici postali privati che non erano autorizzati a svolgere servizi di pagamento delle bollette per le utenze, dei bolli auto, della tassa sui rifiuti, delle assicurazioni, nonché delle cartelle esattoriali”. “Ci chiediamo come sia stato possibile arrivare a tanto e ne chiederemo conto a tutte le autorità competenti, che avrebbero dovuto controllare e verificare con maggiore attenzione”. La priorità, ora, è tutelare le vittime, “dal momento che i pagamenti effettuati tramite tali sportelli non risultano pagati ai reali destinatari”. Le somme consegnate illegittimamente e non versate ai creditori “saranno oggetto del procedimento penale”. A tal fine è opportuno che i malcapitati sporgano formale denuncia, raccontando l’accaduto ed indicando con precisione l’ammontare versato. Federconsumatori ed Adusbef si costituiranno parte civile.