Un grosso impegno quello che si sono assunti Italo Robetti ed Achille Vanara, dichiarato dal titolo del lavoro: “La comunicazione epistolare da e per Torino”. Prendendola decisamente alla lontana: il primo volume, uscito nel contesto delle manifestazioni per il centenario dell’Unione filatelica subalpina ed il quarantennale del periodico edito dall’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani “L’annullo”, tratta dalle origini alla seconda madama reale. Ossia, in 228 pagine con illustrazioni a colori, dal passaggio -era il 48 avanti Cristo- di Giulio Cesare nel villaggio esistente tra il Po e la Dora (ma il primo documento raffigurato è del 1040) al 1684.
Perché, anche in assenza di bolli ed affrancature, i frontespizi ed il retro delle missive possono essere caratterizzati da elementi interessanti, ad esempio date manoscritte di partenza o d’arrivo, inviti alla celerità nel recapito, note sul percorso da effettuare, raccomandazioni finalizzate a reperire il destinatario, segni numerici dei compensi pagati o da pagare, indicazioni sul tipo del vettore. Sapendo che la storia non può essere disgiunta da quella dei personaggi che detenevano il potere in Piemonte: “costituivano la minoranza privilegiata che dettava regole per la comunicazione epistolare, dapprima in modo esclusivo al proprio servizio e poi, via via, estendendola ai «particolari», sempre però in regime monopolistico”.
La ricerca ha permesso di affrontare anche la chiusura delle lettere.
Il prezzo di vendita ammonta a 20,00 euro.