Il prossimo anno “studieremo con l’azienda e con i sindacati l’apertura del capitale di Poste e di altre aziende e la partecipazione dei lavoratori all’azionariato, permettendo loro rappresentanza negli organi societari. È un’esperienza unica, un tentativo”, “ne parleremo insieme”. L’obiettivo è “sperimentare in Italia la «mitbestimmung» tedesca, destinato a influenzare in meglio le relazioni industriali, la partecipazione dei lavoratori e il modello di impresa nel nostro Paese”. Precisando che si tratta di dismettere quote non di controllo.
L’ha annunciato oggi il presidente del Consiglio, Enrico Letta, alla Camera dei deputati, dove si è recato per chiedere il voto di fiducia (poi accordatogli, ndr) dopo che il 2 ottobre è stata formata una nuova maggioranza politica, “meno larga nei numeri, più coesa negli intenti”.
Nel contesto, si è soffermato appunto sul nuovo piano di dismissioni, “un tema sensibile, troppi sono stati gli errori del passato, voglio rassicurarvi: nessuno di noi si sogna di svendere per fare cassa, io credo profondamente nel ruolo dello Stato, ma credo anche che lo Stato per essere credibile e funzionante non debba occuparsi di tutto; l’arrivo di capitali privati può essere un momento di svolta per iniettare risorse fresche, rilanciare la produzione, garantire lo sviluppo delle aziende coinvolte”.
Secondo il premier, il 2014 “sarà il primo anno col segno «più» dopo il buio della crisi; è un risultato non scontato”.