Un servizio introdotto nel luglio scorso e durato lo spazio di qualche mese. D’altro canto, si trattava di un test, che evidentemente non ha dato i frutti sperati: forse trascurabili i flussi, o forse difficile spiegare al cliente che non bisognava impiegare le cassette di Poste italiane. Per questo, al 31 dicembre ha chiuso i battenti (il sito di riferimento è stato disattivato a ruota).
Protagonista è la World post mail, che in varie località nazionali offriva un supporto per la spedizione di cartoline, qualificato da specifiche vignette (chiamate, come oltralpe, “sticker”) che andavano applicate in luogo dell’affrancatura. In vendita ad esempio presso tabaccai e negozi di souvenir, agevolavano il visitatore, il quale, nella stessa sede, poteva acquistare il supporto, risolvere senza troppe ricerche (o file in posta) il problema del pagamento e imbucare negli appositi contenitori. Tre le aree in cui era stato diviso il pianeta; ad esse corrispondevano altrettante tariffe.
I dettagli erano chiariti dalla carta dei servizi. L’obiettivo -si legge- era “offrire ai turisti, stranieri e italiani, che visitano le maggiori località turistiche italiane, di poter avere dallo stesso esercente commerciale o struttura turistica/alberghiera, oltre che la cartolina, anche un servizio di raccolta e di distribuzione in tutto il mondo, od offrire semplicemente ai turisti, già forniti di cartolina, la possibilità di postalizzarla senza affannose ricerche. Noi raccogliamo le cartoline, le consolidiamo presso i nostri magazzini, le smistiamo per destinazione e le inviamo all’ente postale, l’operatore nazionale o internazionale che aderisce all’Upu, che provvede alla consegna al destinatario finale”.
Dietro, l’operatore svizzero, che ancora una volta ha cercato di saggiare l’esperienza nel Bel Paese, questa volta attraverso un’agenzia di recapito aretina.