A conti fatti, ammonta a 300mila euro la penale che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha comminato a Poste italiane. Si riferisce ai risultati del 2012 riguardanti la Campania, unica regione nella quale non sono state rispettate le tempistiche di recapito minime per la posta non massiva (ossia, per la “normale”). Almeno l’85% degli invii sarebbe dovuto giungere nel “J+1” (vale a dire nel giorno lavorativo seguente a quello del deposito), ma così non è stato. La ditta incaricata delle verifiche, la Izi di Roma, ha annotato un 76,75%, quindi uno scostamento dell’8,25%.
La cifra da pagare accoglie, in parte, l’attenuante della causa di forza maggiore, “in relazione -scrive l’Agcom- all’eccezionale incremento del numero di eventi criminosi ai danni di Poste”. Rispetto al 2011, essi sono triplicati. Per questo, l’importo complessivo, previsto in 400mila euro, di fatto è sceso di un quarto.
Secondo la difensiva presentata dall’operatore, gli inconvenienti si sarebbero concentrati principalmente su Napoli. Diverse le problematiche che ha segnalato: per dieci giorni consecutivi, una delle agenzie incaricate della consegna non ha provveduto al ritiro degli invii presso i centri di Poste, così quest’ultima ha dovuto effettuare direttamente le attività. Altri due casi, con motivazioni diverse ma conseguenze paragonabili, hanno interessato ulteriori due aziende subappaltanti. Poi, ha subìto uno sciopero generalizzato del personale da esse impiegato: “clamorose azioni di protesta da parte dei dipendenti delle medesime agenzie hanno impedito, in tre diverse occasioni, il regolare svolgimento del servizio da parte della stessa Poste italiane”, attraverso il blocco dei mezzi di trasporto in uscita dal Cmp. Infine, ecco gli eventi criminosi considerati dal Garante, cioè 183 “furti e rapine ai danni di furgoni postali e portalettere che hanno come conseguenza l’impossibilità di recapitare la corrispondenza sottratta, ovvero, nei casi di successivo rinvenimento, la ritardata consegna”.