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editor Fabio Bonacina

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La serie di casi denunciata ad Ostiglia. Ne scrive, sulla “Gazzetta di Mantova”, Giancarlo Oliani

A rischio la posta ordinaria lasciata in casella dal portalettere?
A rischio la posta ordinaria lasciata in casella dal portalettere?

Posta aperta in Lombardia. No, non si tratta di un’iniziativa messa in campo dall’operatore incaricato del servizio universale per attirare l’attenzione sulle prestazioni che garantisce. Ma di un episodio di cronaca, accaduto ad Ostiglia. A segnalarlo, Giancarlo Oliani, ieri sulla “Gazzetta di Mantova”.

Secondo quanto ha scritto, si tratterebbe di corrispondenza presa da ignoti, aperta, visionata e poi lasciata sul luogo. “Nel mirino soprattutto quella proveniente dalle banche con gli estratti conto”, precisa. “Un fenomeno nuovo. Inquietante. Ma che preoccupa, al punto che almeno una decina di denunce, nelle ultime tre settimane sono state presentate alla Polizia”.

Il sospetto, “più che fondato”, è che a monte di questa attività ci sia un obiettivo ben preciso: recuperare i dati sensibili di persone che, a quanto pare, “non vengono selezionate a caso. Tutto ciò può portare a un numero considerevole di truffe. Come la sostituzione di persona ad esempio”.

Il settore è tutelato dall’articolo 15 della Costituzione: “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”, stabilisce la Carta. “La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”.

Senza contare il 616 del Codice penale: “Chiunque prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta, ovvero sottrae o distrae, al fine di prenderne o di farne da altri prendere cognizione, una corrispondenza chiusa o aperta, a lui non diretta, ovvero, in tutto o in parte, la distrugge o sopprime, è punito, se il fatto non è preveduto come reato da altra disposizione di legge, con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 30 a euro 516. Se il colpevole, senza giusta causa, rivela, in tutto o in parte, il contenuto della corrispondenza, è punito, se dal fatto deriva nocumento ed il fatto medesimo non costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a tre anni. Il delitto è punibile a querela della persona offesa. Agli effetti delle disposizioni di questa sezione, per «corrispondenza» si intende quella epistolare, telegrafica, telefonica, informatica o telematica, ovvero effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza”.




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