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editor Fabio Bonacina

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Nella sua storia, l’1 centesimo magenta è passato almeno tre volte in asta. L’ultima nel 1980, quando totalizzò 935mila dollari

La Guyana Britannica cominciò ad impiegare francobolli nel 1850, in genere realizzati oltre la Manica dalla Waterlow & sons. Naturalmente, le forniture giungevano via nave, ma nel 1856 un invio fu ritardato e scattò l’emergenza. Per non interrompere il servizio, il postmaster chiese supporto agli stampatori della locale “Royal gazette”, commissionando una fornitura provvisoria: l’1 centesimo magenta ed il 4 (in due versioni di colore, ancora magenta e blu), decisamente più comune.

Rappresentano un veliero con il motto in latino della Colonia, “Damus petimus que vicissim” (ossia, “Noi diamo e ci aspettiamo in cambio”). Vista la semplicità del bozzetto, si decise di qualificare le cartevalori con un elemento di sicurezza in più: la firma dell’impiegato postale.

A scoprire il taglio più economico fu, nel 1873, il dodicenne Vernon Vaughan. Lo scovò tra le carte di famiglia, famiglia che abitava nel territorio sudamericano. Era un collezionista in erba e non poteva sapere ciò che aveva individuato, poiché in quel momento non era neppure ripreso nei cataloghi. Ad ogni modo, lo mise nella sua raccolta, salvo poi venderlo ad un altro appassionato del luogo, Neil Mckinnon, per diversi scellini.

Lungo il 1878 finì nel Regno Unito da Thomas Ridpath. Venne riconosciuto come una grande rarità e subito acquistato dall’austriaco Philippe Arnold la Rénotière von Ferrary, uno fra i più importanti filatelisti della storia. Il suo materiale, destinato al Museo postale di Berlino, restò in Francia e venduto tra il 1921 ed il 1925 per le riparazioni di guerra nel corso di quattordici, celebri aste. Il reperto venne comprato nel 1922 dal commerciante Hugo Griebert, che agì a nome del magnate tessile di New York Arthur Hind, contro 35mila dollari. I successivi passaggi lo videro di proprietà della vedova, quindi dell’ingegnere australiano Frederick Small (lo ottenne nel 1940, attraverso Finbar Kenny), poi di un gruppo guidato da Irwin Weinberg (nel 1970, durante l’asta di Robert Siegel, dove raggiunse quota 280mila). Infine, ecco John du Pont, del gruppo chimico omonimo: per averlo, nel 1980 firmò un assegno da 935mila dollari. Ed ora, gli eredi hanno deciso di cederlo.

Un certificato della Royal philatelic society che risale al 1935
Un certificato della Royal philatelic society che risale al 1935



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