Auto e francobolli possono andare d’accordo? Certo, ed il gran numero di tematici che si occupano dell’argomento lo dimostra. Decisamente più inusuale, invece, è avere la macchina interamente ricoperta di francobolli!
L’ultimo caso arriva dalla provincia di Pordenone. Artefice, Sandro De Biasio, di professione carrozziere, collezionista filatelico e numismatico, appassionato di Fiat “500”. “In molti -viene spiegato a «Vaccari news» dal… portavoce, Tiziano De Rosa- hanno modificato e colorato la macchina”. Considerato che la vettura è tipicamente italiana, ha pensato di tappezzarla in modo originale. Anche se non è il primo ad avere avuto l’idea: un’esperienza simile, ad esempio, la segnalò “Deutsche briefmarken-revue” sei anni fa.
Per la nuova performance si sono impiegati circa trentamila francobolli usati, doppi della collezione o scambiati con altri appassionati. È stato utilizzato il metodo del découpage e, per rendere la superficie immune alle intemperie, si è applicata una dozzina di mani di vernice trasparente. Prima sono stati ricoperti porte e cofani, poi l’intera carrozzeria. Gli esperti fanno notare il lavoro certosino visibile nei particolari, ad esempio sulle feritoie del cofano motore, oppure il logo con il corno di posta, realizzato impiegando la versione dorata delle cartevalori per la prioritaria.
Il veicolo è stato immatricolata nel 1970; prima di arrivare alla sua copertura, cos’è stato fatto? “È stato necessario restaurarlo in modo completo, sia di carrozzeria che di meccanica. Poi, ci sono voluti tre anni per applicare, nelle ore serali, i francobolli”. L’autore ha aggiunto persino la sua firma, “500 De Sandro”, che in friulano significa “La «500» di Sandro”, utilizzando il commemorativo (modificato) per il cinquantesimo anniversario dell’ammissione italiana all’Onu. Oggi la vettura è circolante ed ha partecipato a diversi raduni.
Ed ora? “Subito -dice ancora Tiziano De Rosa- ho pensato che fosse destinata solo ed esclusivamente a Poste italiane, o al massimo ad operatori del settore filatelia, facendone un veicolo di immagine. Scherzando, gli chiesi che intenzioni avesse. Era indeciso -mi rispose- tra venderla o tenersela. Gli ho detto che l’avrei venduta io e Sandro mi da detto in friulano «fai quel che vuoi»; così, mi sono attivato. Non conoscendo nessun interlocutore del settore, ho iniziato come si butta un sasso nello stagno. Per raggiungere lo scopo sto pensando di fare una corsa a Milano al salone del francobollo, il prossimo 22 marzo”. Naturalmente, “tempo permettendo”.