È entrata nel clou “Milanofil”, permettendo di scoprire un deciso rinnovamento nella parte pubblicitaria e negli stand di Poste italiane. Confermata la navetta gratuita, che però corre in senso inverso rispetto al passato e, quindi, si prende -fuori dalla fermata della metropolitana “Amendola”- sull’altro lato della strada, in viale Berengario davanti all’hotel Campion.
Poco fa si è chiusa l’inaugurazione, che ha messo sul tavolo diversi argomenti. Come “Italia 2015”: recependo le perplessità espresse soprattutto dai commercianti, non si terrà più tra giugno e luglio ma probabilmente in ottobre. L’ha detto il presidente della Federazione fra le società filateliche italiane, Piero Macrelli, il quale ha accennato anche ad altri temi. Come la necessità che negli uffici postali siano disponibili i francobolli e che le novità arrivino puntuali agli sportelli filatelici (essi, fra l’altro, dovranno arrivare a quota cinquecento).
“Il francobollo è per noi una grande opera”, ha spiegato la responsabile per la filatelia dell’operatore, Marisa Giannini, ed “a «Milanofil», come sempre, si respira l’aria giusta”. Snocciolando anche un dato economico significativo: nei primi tre mesi del 2014, e rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si sarebbe registrato un trenta per cento in più di entrate.
Da parte sua, il presidente dell’Unione stampa filatelica italiana, Danilo Bogoni, ha introdotto il tema della mostra realizzata dall’Usfi. Riguarda le enciclopedie che furono vendute a dispense in edicola: un primato italiano, poi esportato in altri Paesi come il Brasile, la Francia e la Spagna. Novità anche per il progetto “Filatelia nelle carceri”: entro una o due settimane si comincerà nel penitenziario di Opera ed a ruota in quello di San Vittore. In merito alla manifestazione internazionale dell’anno prossimo, il suo auspicio è che al più presto vengano convocate, “con pari dignità”, tutte le parti caratterizzanti il settore.
Il presidente dell’Associazione filatelisti italiani professionisti, Andrea Mulinacci, ha dato qualche valutazione sugli Stati generali della filatelia, la cui prima tappa si è svolta il 21 gennaio, partendo da una ricerca commissionata dalla stessa Afip. Occhio -ha ammonito- agli acquisti di materiale ceduto a prezzi molto convenienti. Nel caso risultasse rubato, l’acquirente come minimo se lo vede sequestrato senza alcun rimborso, e come massimo può essere denunciato per ricettazione.
La chiusura della cerimonia è stata affidata al senatore Carlo Giovanardi. Che ha miscelato battute (“i francobolli che non vengono timbrati io li riutilizzo”, salvo poi, qualche secondo dopo, smentirlo) e riflessioni ad ampio raggio. “Serve -ha precisato- continuità nella collezione”, che nell’appassionato si associa anche alla speranza di una rivalutazione. “Se le amministrazioni postali si concentrano sulla tecnologia, il francobollo muore: si rischia di finire come con i miniassegni o le tessere telefoniche”. Da qui il suggerimento di “trovare meccanismi”, da introdurre in futuro, che permettano a tutti di ottenere documenti postali capaci, in qualche modo (ed ha citato il libretto del 2003 per Montecitorio), di essere apprezzati sotto il punto di vista economico.