Anche se sembrano uguali, non lo sono. Basta studiare e le cartevalori del periodo classico appaiono nelle mille varianti che le caratterizzano, provocate soprattutto dai metodi di stampa. Lo sanno bene Emilio Calcagno e Vittorio Morani i quali, con la collaborazione di Gino Biondi, hanno realizzato il catalogo “Granducato di Toscana - I francobolli e le varietà di cliché” (34,00 euro).
L’argomento -anticipa la casa editrice, ossia l’Unificato- è stato affrontato “per la prima volta in maniera approfondita e metodica”, classificando le produzioni con il Marzocco introdotte l’1 aprile 1851 e sviluppate in due emissioni, una che raggiunse il 1857 e l’altra durata fino a tutto il 1859, quindi alla nuova fase politica.
Alla presentazione del volume, ospitata dall’Unione stampa filatelica italiana durante “Milanofil”, lo stesso Calcagno, ha spiegato il motivo di tale opera. “Non c’era -ha detto- un lavoro simile”. Grazie alla disponibilità del materiale, è stato possibile stabilire le caratteristiche di ogni singolo chiché, effettuando la mappatura delle 230 tavole. “La Toscana -ha aggiunto Morani- è fra gli Stati preunitari meno studiati; auspico che un po’ di «toscanite» la prendano tutti”.
Due le parti che compongono il percorso, articolato in 192 pagine: la prima, introduttiva, riguarda il contesto locale, dunque il servizio postale, monete e pesi, le tariffe, gli annullamenti. Poi, si passa ai veri protagonisti, esaminando anche il modo con cui vennero realizzati, passo propedeutico per capire come individuare le caratteristiche che permettono di differenziare due esemplari apparentemente identici. Numerose le immagini e numerosissimi gli ingrandimenti, sempre a colori, così da visualizzare i dettagli.
Le casistiche sono valutate in sei punti rispetto alla stima base. Inoltre, dove possibile, è stato specificato in quali situazioni ricorrono le diverse varietà.