La città nuova di Bari? Per chi non ne conosce la storia e vede il francobollo, potrebbe pensare ad un piano attuale, anche se la vignetta non sembra confermare l’ipotesi. In realtà, il 70 centesimi autoadesivo annunciato per il 23 aprile ne ricorda -senza esplicitarlo- il bicentenario abbondante.
Nel 1813, l’allora re di Napoli diede avvio all’edificazione oltre la cintura medievale. Si decise -spiegano dal Comune- “di abbattere le mura dal lato di terra, iniziando a costruire il borgo nuovo, approvato da Giacchino Murat (e perciò detto «murattiano») e progettato secondo i più moderni canoni urbanistici europei: reticolato a scacchiera, ampi viali, piazze e giardini, nonché una rigida regolamentazione in materia di altezza e distanza reciproca dei fabbricati. Benché non tutte le prescrizioni vennero rispettate, la città ottocentesca riflette il radicale mutamento ed il passaggio epocale avvenuti tanto nella forma urbis quanto nella mentalità e nella società borghese, ma soprattutto «la volontà dei cittadini di rifondare in maniera moderna, decorosa e a misura d’uomo il luogo del proprio abitare»”.
La carta valore riproduce un dipinto di Gennaro Picinni (classe 1933), intitolato “Joachim Murat a San Nicola” e mostrante la facciata della Basilica. La tiratura conta su due milioni e settecentomila esemplari organizzati in fogli da quarantacinque.
L’emissione sarà associata all’annullo del primo giorno in uso al Bari Vr, ed al bollettino. Quest’ultimo porta due firme: del sindaco Michele Emiliano e del presidente della Fondazione cassa di risparmio di Puglia Antonio Castorani.