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editor Fabio Bonacina

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Il dato emerge dal bilancio 2013 di Cassa depositi e prestiti. Si fanno notare, inoltre, i tagli ai compensi per gli incarichi di vertice

La raccolta postale ha raggiunto i 242 miliardi di euro, segnando un 4% in più rispetto all’anno precedente. L’aumento dello stock “è prevalentemente riconducibile al flusso positivo di raccolta netta” registrato sui libretti (7,3 miliardi di spiccioli). È quanto affermano da Cassa depositi e prestiti, che ha pubblicato i dati economici riguardanti il 2013.

Ieri, infatti, si è riunito il consiglio di amministrazione, approvando la relazione finanziaria; il documento comprende il progetto di bilancio, che sarà sottoposto all’assemblea degli azionisti, fissata per il 28 maggio ed il 4 giugno, rispettivamente in prima e seconda convocazione.

Nel loro complesso, i risultati “sanciscono il ruolo anticiclico svolto da Cdp e dal gruppo a sostegno dell’economia italiana”: le risorse mobilitate e gestite (finanziamenti, investimenti e garanzie) a supporto di enti pubblici, infrastrutture ed imprese ammontano a 28 miliardi di euro, con un incremento del 22% in confronto al 2012.

La capogruppo ha definito ed amministrato risorse per 16 miliardi, con una crescita del 27% rispetto ai 12,8 registrati nella gestione precedente. L’attivo è cresciuto a 314,7 miliardi (+3%), la liquidità a 147 (+6%). Nonostante un contesto negativo degli impieghi del sistema creditizio, viene annotato un aumento nei crediti verso la clientela e le banche del 3%, salito a quota 103 miliardi. Il patrimonio netto supera i 18 miliardi (+8%).

Nel documento c’è spazio pure per gli emolumenti, recependo l’attenzione pubblica su tale argomento. Quello dell’amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini, è stato ridotto lo scorso ottobre a 607.025 euro annui lordi, cui si aggiungono -in caso di raggiungimento degli obiettivi- fino ad altri 190.675, sempre lordi, di componente variabile annua e 25.425 ogni dodici mesi di componente variabile triennale. Calcolatrice alla mano, il compenso massimo annuo è sceso pertanto a 823.125 lordi, partendo da 1.035.000 (-26%). Quanto al presidente del cda, Franco Bassanini, deve incassarne 236.305, senza trascurare fino a 39.130 euro di componente variabile annua ed altri 19.565 l’anno della triennale. “Tale compenso verrà immediatamente adeguato, laddove il Governo dovesse stabilire nei prossimi giorni nuovi tetti agli emolumenti dei presidenti delle società partecipate”.

Aumentata ancora la raccolta agli sportelli
Aumentata ancora la raccolta agli sportelli



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