In assenza di annulli italiani dedicati espressamente al 25 aprile, l’attenzione sulla Seconda guerra mondiale proviene dalla Slovenia. Che ha annunciato un francobollo lavorato da Matjaž Učakar e dedicato ad un aspetto di settant’anni fa. Sarà disponibile a 60 centesimi con il 30 maggio.
Nell’ultima parte del 1943 -spiegano ora da Lubiana- gli alleati occuparono l’Italia del Sud ed organizzarono una base aerea a Foggia. Da qui partivano i velivoli diretti ad attaccare i centri industriali, la rete di comunicazione e gli altri obiettivi tedeschi. In genere, il percorso prevedeva il sorvolo dell’allora Jugoslavia settentrionale.
Solo tra il 19 ed il 25 febbraio 1944 transitarono 518 bombardieri e 652 caccia. Sulla via del ritorno, 10 di essi caddero in Slovenia: dei circa 90 membri dell’equipaggio, 22 furono recuperati dai partigiani e 13 catturati dalla controparte. In una feroce battaglia registrata il 19 marzo successivo, i contendenti persero complessivamente 46 apparecchi. Nei trenta giorni che seguirono, più o meno altri 25 dovettero atterrare in emergenza: 80 uomini finirono tra i patrioti, 120 al nemico, 42 morirono in azione e 5 vennero feriti gravemente. In aprile, 70 statunitensi furono trasferiti dalla Carniola Bianca al campo aviatorio di Bosanski Petrovac, in Bosnia ed Erzegovina. Ancora nel 1945, i tedeschi colpirono 7 aeroplani.
Si conta che in un anno e mezzo vennero abbattuti 207 aerei sui cieli della Slovenia ma anche della Croazia, dell’Italia e dell’Austria. E furono salvati 667 addetti.