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editor Fabio Bonacina

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Circa trecento cartoline mettono in luce tecniche e temi in voga tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Permettendo di raccontare la società

Mitologia allusiva: cartolina della tedesca Neue photographische gesellschaft, utilizzata in Francia nel 1904
Mitologia allusiva: cartolina della tedesca Neue photographische gesellschaft, utilizzata in Francia nel 1904

Fotografia, decorazione, collage, montaggio, esposizioni multiple, colorazione a mano; sono le principali tecniche adottate per le cartoline che, tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, colpivano l’attenzione del pubblico, introducevano allusioni ed ironie, riprendevano concetti come la modernità e la velocità.

Una selezione di circa trecento pezzi è proposta, fino al 15 giugno, a Reggio Emilia presso palazzo Casotti (piazza Casotti 1). È la mostra “Illusionismo surreale. Fantasie fotografiche del primo Novecento in Europa”. L’argomento, ma anche i protagonisti, il curatore Harri Kalha e la struttura che ha garantito la collaborazione, ossia il Museo finlandese della fotografia, richiamano immediatamente un allestimento proposto ad Helsinki qualche mese fa. Senza dimenticare la rassegna ed il libro “Cartoline «surrealiste»”, firmati da Enrico Sturani nel lontano 1985.

In cinque sezioni, “Movimento”, “Metamorfosi”, “Frivolezze”, “Flirt” e “Montaggio”, scorre la società bene di allora, tra realtà, aspirazioni, voglia di divertirsi (la Prima guerra mondiale doveva ancora piombare). Nelle immagini campeggiano principalmente donne e bambini, figure storiche e mitologiche riviste, animali umanizzati, gabbie allusive, richiami alla motorizzazione come agli aerei, al cinema ed al circo, pesci d’aprile, spiagge, chiamate telefoniche sentimentali ed altre rappresentazioni evocative, famosi monumenti (le torri di Pisa ed Eiffel) che paiono cadere o ondulare, campionature agricole fuori misura volte a “raccontare” la presunta realtà degli Stati Uniti. I soggetti anticipano quel movimento che, tra gli anni Venti e Trenta, vide un gruppo di artisti e poeti d’avanguardia trarre ispirazione dai sogni, dalla fantasia e dalle profondità dell’inconscio avviando il Surrealismo. Da qui il richiamo nel titolo.

All’epoca -precisano gli organizzatori- le fotografie non erano prodotte sulle cartoline come oggi, ma erano stampe fotografiche realizzate utilizzando esposizioni meccanizzate e processi di sviluppo fotografico. Circa il novantacinque per cento dei materiali proposti si compone di vere fotografie, principalmente stampe al bromuro d’argento con interventi di colore realizzati a mano.

Peccato che i margini dei reperti presenti nei quadri, per necessità tecniche, siano coperti, “rubando” pezzi di scena e magari proprio parte delle affrancature o degli annulli. Originali gli ingrandimenti che caratterizzano l’ingresso ed altri punti del percorso; nel cortile d’accesso, due cartoline giganti con il buco ad altezza giusta permettono ai visitatori di infilare la testa e farsi immortalare. Replicando un’idea che risale a tanto tempo fa.

Il percorso resta aperto il sabato dalle 10 alle 23, domenica e festivi dalle 10 alle 21. Il biglietto d’ingresso costa 12,00 euro ma dà diritto a vedere una decina di allestimenti cittadini inquadrati nel progetto “Fotografia europea”.


Lo scherzo prosegue oltre un secolo dopo - Un reperto di editore ignoto, stampato per l’1 aprile attorno al 1905 ed obliterato ancora nel Paese d’oltralpe. A lato, uno degli espositori in mostra: il pubblico può infilarvi la testa e farsi fotografare
Lo scherzo prosegue oltre un secolo dopo - Un reperto di editore ignoto, stampato per l’1 aprile attorno al 1905 ed obliterato ancora nel Paese d’oltralpe. A lato, uno degli espositori in mostra: il pubblico può infilarvi la testa e farsi fotografare



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