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editor Fabio Bonacina

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Il collezionismo regge, ma, considerando l’impiego postale, la richiesta di francobolli è scesa ulteriormente

Nel bilancio viene citato pure “Habemus papam”
Nel bilancio viene citato pure “Habemus papam”

Un dettaglio importante -annota la relazione finanziaria del 2013 sottoscritta da Poste italiane- riguarda quella che viene definita “clientela filatelica”. “Formata da collezionisti e clienti occasionali, continua a mostrare interesse nell’offerta del francobollo e dei suoi prodotti collaterali”. Nel corso dell’anno, l’abbonamento a distanza delle novità ha mantenuto un trend positivo, con un incremento di 400 nuovi interlocutori, mentre la vendita on-line ai tabaccai ha registrato circa 28mila ordini (nel 2012 erano 12mila). Questo grazie anche a “Francobollo facile”, di recente pubblicizzato.

I sette spazi filatelia rappresentano “i punti di riferimento” per gli appassionati; inoltre, l’azienda ha attivato 1.492 servizi marcofili temporanei.

In campo editoriale “è stato realizzato, in collaborazione con Vaccari, «Habemus papam», un libro-album dei francobolli italiani dedicati ai papi”, mentre si è conclusa la pubblicazione della collana “C’era una volta la lira”, che ha raccontato, attraverso i francobolli e le monete, la storia del Paese.

Oltre all’organizzazione di “Milanofil” e “Romafil”, l’operatore ha partecipato a manifestazioni internazionali in Francia (Parigi), Germania (Essen e Sindelfingen), San Marino.

Accanto al progetto “Filatelia e scuola”, che ha coinvolto gli alunni delle scuole elementari e medie, ha preso avvio il parallelo “Filatelia nelle carceri”; ha lo scopo di aiutare i detenuti nel processo di riabilitazione e di reinserimento nella società civile.

Ciononostante, i ricavi dei servizi postali (che contabilizzano gli acquisti delle cartevalori, per fini collezionistici e non) si attestano a 124 milioni di euro (erano 172 nel 2012). Secondo i calcoli della società, vi sono state 50 emissioni, articolate in 88 francobolli e 4 interi, per un valore complessivo di 40,85 euro (56,20 euro un anno prima).

Si vendono meno dentelli, ma diminuiscono anche le spese per produrli, passate da 13.541.000 euro a 12.285.000 euro.

La novità organizzativa, però, è giunta a febbraio del 2014. “Al fine di favorire una semplificazione e velocizzazione dei processi decisionali in relazione all’evoluzione in atto del mercato della corrispondenza”, è stata superata la funzione marketing servizi postali, con la confluenza in quella dei servizi postali delle relative attività di sviluppo dell’offerta. Fanno eccezione le iniziative inerenti i prodotti filatelici, “che sono state ricondotte nella funzione mercato privati”.

Gli spazi filatelia, un’alternativa al tradizionale sportello postale
Gli spazi filatelia, un’alternativa al tradizionale sportello postale



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