Con il suo modo garbato ed appassionato di raccontare, ha incantato chi lo ascoltava. Soprattutto quando parlava del “suo” lago, il Maggiore, del Sempione e di quanto aveva scoperto sul territorio.
È morto la notte scorsa stroncato da un male fulminante, non diagnosticato in tempo, Riccardo Ajolfi. Aveva appena cinquantanove anni, essendo nato il 23 aprile 1955 a Predazzo (Trento). Era responsabile del servizio di dietetica e nutrizione clinica all’Asl di Omegna.
Dopo essere stato ufficiale medico di carriera, in omaggio ad una tradizione di famiglia, era approdato a Domodossola (Verbano-Cusio-Ossola) come primario ospedaliero e, sulla scia di altri alti esempi di sanitari dediti alla cultura, aveva sviluppato un’attenzione mirata sia agli aspetti iconografici collegati ai temi postali, sia alle forme epistolari in tempo di guerra e di pace.
Ha firmato vari saggi pubblicati da riviste scientifiche e di cultura locale sulla strada del Sempione, sulle comunicazioni al tempo della Repubblica partigiana dell’Ossola nel 1944, sui rapporti italo-elvetici e sui carteggi, dei quali era collezionista appassionato. La qualità dei contributi ha fissato l’attenzione sulla sua opera, fino ad essere chiamato a far parte dell’Accademia italiana di filatelia e storia postale (nella quale aveva il ruolo di proboviro). Era anche socio attivo dell’Istituto di studi storici postali, dell’Italy & Colonies study circle nonché di ulteriori realtà e sodalizi.
Ha lavorato fino all’ultimo per completare la stesura di un’indagine di semiotica ed iconografia sui francobolli coloniali italiani di epoca fascista; dovrebbe vedere la luce sul prossimo numero della rivista “Storie di posta”. Non sarà così per i restanti interventi che stava elaborando su richiesta di testate terze.
I funerali si svolgeranno domani alle ore 14.30 presso la Collegiata dei santi Gervasio e Protasio, situata in piazza Chiesa a Domo.