Il valore da 40 lire “propone «Le muse inquietanti», eseguita fra il 1917 e il 1918 e considerata l’opera più nota del periodo definito «metafisico»”. Così scrisse Antonietta Bonelli nel libro “Una montagna di francobolli”, riferendosi alla serie sammarinese che il 6 dicembre 1979 rese omaggio a Giorgio De Chirico nel primo anniversario della morte. Un’opera adesso divenuta protagonista poco lontano, a Pesaro. Dov’è stata scelta per promuovere la mostra “La memoria del presente. Capolavori dal Novecento italiano”, allestita fino al 2 novembre ai Musei civici di palazzo Mosca.
Il percorso è stato curato da Stefano Cecchetto. Comprende -spiegano gli organizzatori- dipinti e sculture di importanza internazionale “per raccontare un secolo «impetuoso», in pieno movimento, stravolto da due conflitti mondiali e che nell’arte trova il luogo ideale per esprimere tutte le sue vicissitudini”. Illustra il rivoluzionario cambiamento registrato in Italia dal primo dopoguerra fino agli anni Settanta, presentando un percorso trasversale ai diversi linguaggi espressivi e mettendo in risalto l’atto creativo dell’artista quale “artefice” di una rinascita.
Lavoro dopo lavoro, i visitatori trovano anche le firme di Giacomo Balla, Afro Basaldella, Alberto Burri, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Primo Conti, Fortunato Depero, Filippo de Pisis, Gerardo Dottori, Lucio Fontana, Bice Lazzari, Osvaldo Licini, Giò Pomodoro, Enrico Prampolini, Mario Schifano, Ernesto Treccani, Wladimiro Tulli, Emilio Vedova.