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editor Fabio Bonacina

27262 news from 8/3/2003

Un parto difficile quello per il francobollo che vorrebbe ricordare -ma senza dirlo- la tragedia del Vajont. Scesa ad ottocentomila unità la tiratura

Giusta o sbagliata che fosse, era una scelta dell’Italia: nei francobolli non si citano fatti negativi. A meno che non si possa proprio dire di “no”, come dimostrano -ma sono solo due esempi- i dentelli per le stragi del 28 maggio 1974 a Brescia (è il 70 centesimi emesso il 28 maggio scorso, nel quarantesimo anniversario) e del 2 agosto 1980 a Bologna (60 del 2 agosto 2006, nel… ventiseiesimo).

Anche per il disastro del Vajont si era sempre risposto piche, persino nel mezzo secolo, scoccato il 9 ottobre 2013. Salvo poi “inventare” un omaggio, inserito nella serie “Il senso civico”, alla Fondazione Vajont, presentata come “per i problemi ecologici della montagna alpina”. La vignetta propone quella barriera, con -spiega Poste italiane- “il suo invaso ed il monte Toc da cui scaturì la frana che causò l’onda che scavalcò la diga e travolse i sottostanti paesi della valle del Piave”. In più, il campanile della chiesa di Pirago, “che rimase in piedi dopo la tragedia”.

Dovuto a Tiziana Trinca, il 70 centesimi ha “resistito” allo sconvolgimento del programma rivelato oggi (news precedente). Salvo altre sorprese uscirà proprio il 9 ottobre, quindi cinquantuno anni dopo. Autoadesivo ed in fogli da ventotto, registra un dettaglio importante: se due mesi fa il relativo decreto prevedeva la solita tiratura dei due milioni e settecentosedicimila pezzi, l’annuncio odierno ha sforbiciato quest’ultima ad ottocentomila esemplari. Esattamente come -il 25 settembre- aveva anticipato il presidente della Federazione fra le società filateliche italiane, Piero Macrelli.

L’annullo fdc sarà disponibile all’ufficio postale di Longarone (Belluno). Il bollettino illustrativo è dovuto al presidente ed al direttore: sono Roberto Padrin (al tempo stesso sindaco della cittadina) e Giovanni De Lorenzi. Un ultimo dettaglio: il nome corretto della struttura, diversamente quindi da quanto appare sulla carta valore, è Fondazione Vajont 9 ottobre 1963 onlus. Essa -precisano dalla sede- nacque nel 2003 attraverso un accordo transattivo tra il Comune e la Edison per i danni causati nella catastrofe. Detto accordo prevedeva “che una cospicua parte del risarcimento fosse destinata ad una fondazione avente per scopi lo studio dei problemi ecologici della montagna alpina e della zona del Vajont e ogni ricerca utile per la loro più sana e sicura valorizzazione”.

Omaggio alla struttura, che però si chiama Fondazione Vajont 9 ottobre 1963 onlus
Omaggio alla struttura, che però si chiama Fondazione Vajont 9 ottobre 1963 onlus



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